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Articolo 472- Ho il vago sospetto che …

8 anni fa
Franco Remondina
16 Exodus

EXODUS

Franco Remondina


Il libro dell’Esodo, nella Bibbia, è, in qualche modo, responsabile del concetto di “popolo eletto”.

E’ un concetto giusto nella sua dinamica emotiva, il problema è che intellettivamente è completamente errato. Non esiste una entità chiamata “popolo eletto”, esiste invece una constatazione semantica, esistono comunità che come sinonimo si definiscono popoli.

Vediamo se riesco a spiegarvelo in modo inequivocabile; una comunità che abbia lo stesso intento, che  lo condivida totalmente, viene chiamata “setta”, non viene chiamata popolo, quindi se parli di popolo sei già fuori strada. Gli ebrei fraintendendo l’intento, si dichiarano “popolo eletto” senza una vera dimostrazione pratica di quello stato di elevazione metafisica.

Affermano che sono il popolo eletto per linea di sangue!

Una totale idiozia. Di più, affermare questo significa esattamente il contrario di ciò che viene affermato nell’Esodo.

Oh si, certo, recitano i passi della Bibbia, ma l’esegesi del testo, senza la comprensione, resta il canale aperto della stupidità.

L’interpretazione letterale e antropomorfica del testo fa diventare la “funzione Mosè” un uomo in carne e ossa, così come fa diventare l’Effetto Aronne un uomo in carne e ossa, ma questo modo di fare porta all’imbecillità interpretativa.

Ragazzi… non ce la fanno proprio. Dopo oltre duemila anni sono ancora nella superstizione e nell’imbecillità.

Un popolo è chiaramente qualcosa che contiene in sè stesso i più intelligenti e i più stupidi, ma in tutta la Bibbia, quello che conta sono i libri dei Profeti, dei Giudici, di Giobbe, Di Elia, Isaia, Amos, Enoch etc etc

C’è la Genesi, il Deuteronomio, l’Esodo… non c’è il libro del Popolo! 

Questa constatazione suggerisce che il “popolo eletto” sia qualcosa che è effetto, invece che essere causa. Tu, con la tua intelligenza, con la tua audacia, con la tua capacità di amare la tua coscienza, fatta a immagine e somiglianza di quella di DIO, puoi diventare parte del “popolo eletto”, non attraverso l’ereditarietà, il nepotismo, no, non funziona così…

La verità è che nessuno può ereditare altro che le “memorie dell’acqua”, ma sta a lui stesso il compito di elevazione verso quello stato di coscienza chiamato “settimo cielo” .
Ecco, l’Esodo è quell’itinerario intellettivo che permette, se sperimentato e compreso, quell’avventura del giungere al “settimo cielo”.
Questa è quella avventura lì, vista attraverso una descrizione intellettiva diversa, quella di “dodicesima.com”.
Proseguiamo quindi con il quadro finora descritto, cercando di fornire un’ulteriore serie di indizi sul vero messaggio di Esodo…
Anallizzare l’intera struttura del libro viene male in un format come quello degli “articoli”, tuttavia, ormai dovreste essere in grado di proiettare metafisicamente la vostra capacità interpretativa sulle parti importanti.
Quali? Le parti che precedono i dialoghi.
Quelle sono le parti davvero importanti, perchè hanno in loro stesse la “molla” emotiva che spinge all’azione. L’Intento.
Tutta la parte che precede temporalmente la vicenda del “roveto ardente”, se la disantropomorfizzate, assume un altro significato…
Non voglio riportarlo, visto che lo potete leggere altrove, ma ne faccio un breve sunto alla maniera di “dodicesima.com”…
1)  figli di Israele non sono gli ebrei, intesi come popolo.

Es1,1-5
1 Questi sono i nomi dei figli d’Israele entrati in Egitto con Giacobbe e arrivati ognuno con la sua famiglia: 2 Ruben, Simeone, Levi e Giuda, 3 Issacar, Zàbulon e Beniamino, 4 Dan e Nèftali, Gad e Aser. 5 Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta, Giuseppe si trovava già in Egitto.

Se li contate sono 11+1 che era già in Egitto… Giacobbe non è un figlio di Israele. Leggete.
Quindi, quando si parla dei figli di Israele non si parla di popolo ebreo, ci si riferisce a qualcos’altro. Innanzitutto il fatto che ne venga riportato il nome di ognuno, fa ricordare i 12 apostoli dei vangeli, e come per l’esortazione evangelica dell’ “andate e moltiplicatevi”, anche qui nei passi successivi, c’è la stessa esortazione.

2) In seguito c’è la versione biblica di Erode, dove, invece dei primogeniti, a venire uccisi sono i figli maschi, il Faraone. Tutta la premessa di Esodo riguardo a Mosè, mostra chiaramente un corollario emotivo fatto di umiliazione, di sofferenza, svalutazione di sè.
Sostanzialmente è il prezzo che paghiamo alla linea di sangue e all’inerzia della nostra capacità di controllare l’attenzione. I “figli di Israele” sono quelli che si accorgono di questa inerzia e fuggono da quella schiavitù.

3) Per farlo devono avere un ideale, un bersaglio che è chiamato “terra promessa”
Questo è il punto che mi preme sottolineare: La Funzione Mosè uccide una guardia e la sotterra nella sabbia, poi, “per paura”, fugge dall’Egitto.
Se la leggete alla maniera di questi articoli, diviene evidente l’indicazione emotiva implicata: la paura.
Una volta che si smette di giocare con gli effetti speciali della linea di sangue, si esce dall’Egitto.
Poi, accade la faccenda del roveto…
Li il dialogo è davvero interessante, l’ho gia riportato negli articoli precedenti, qui riprenderò solo le parti che mi interessa sottolineare, come questa:

7 Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Hittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. 9 Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano.

“Sono sceso”  da dove? E, per andare dove? il paese dove scorre latte e miele  (giallo e bianco?) è un senso di percorrenza di quei sei chakra?
Curiosamente , l’Egitto è il paese del Nilo… lo sapete che forma ha il Nilo: questa:

Il Nilo sfocia nel mediterraneo con una foce che ha una forma di “cervelletto”.
Certo è una curiosità, ma non si racconta nella Bibbia la cattività babilonese, si racconta l’esodo dall’Egitto. Caso, coincidenza?
C’è comunque una sorta di anomalia che nessuno racconta, cioè che dopo aver avuto l’incarico di liberare Israele dall’Egitto:
“10 Ora va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». 11 Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?». 12 Rispose: «Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”,
succede questo: Es 4, 24-27
24 Mentre si trovava in viaggio, nel luogo dove pernottava, il Signore gli venne contro e cercò di farlo morire. 25 Allora Zippora prese una selce tagliente, recise il prepuzio del figlio e con quello gli toccò i piedi e disse: «Tu sei per me uno sposo di sangue». 26 Allora si ritirò da lui. Essa aveva detto sposo di sangue a causa della circoncisione.
27 Il Signore disse ad Aronne: «Va’ incontro a Mosè nel deserto!». Andò e lo incontrò al monte di Dio e lo baciò. 28 Mosè riferì ad Aronne tutte le parole con le quali il Signore lo aveva inviato e tutti i segni con i quali l’aveva accreditato.

E’ un autentico casino, la stesura originale dell’Esodo è stata persa e si sono perse tante indicazioni, in quella attuale ci sono tante ripetizioni.
Perchè “il Signore”, dopo avergli detto di andare dal faraone, durante la notte cerca di uccidere Mosè?
E, cosa significa il passo successivo?
Inoltre, perchè il Signore dice ad Aronne (che è l’ “Effetto Aronne, mica è una persona fisica ) di andare incontro a Mosè nel deserto, ma invece l’incontro avviene al “monte di Dio”?
Domande, ancora domande… ho il vago sospetto che finora nessuno ci abbia capito un cazzo.
Non avete anche voi quel sospetto li?

Franco Remondina

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