Telefonata 7 settembre 2024.
Il combinato disposto è questo: ogni cosa che fai la fai adesso. In pratica tu sei l’utente del browser di te stesso.
A me viene bene pensare al desktop, che non c’è e che continuamente viene ri-creato.
Questa è l’operazione, tu stai adibendo te stesso alla configurazione di tipo fotocopiatrice, invece sei un computer. E questa incomprensione che determina la realtà, tuttavia resta il fatto che anche di fronte a un banale ragionamento, il sistema della fotocopiatrice rimane apparentemente funzionante, ma insulso. Non so se si riesce a capire.
Sì, non può che continuare a riproporre lo stesso documento.
Sì e c’è una cosa: tu hai un livello di pensiero parossistico, vuoi avere più tempo, ma nel tempo che hai ricrei il mondo senza accorgerti di ricrearlo, è una cosa incredibile. Quindi hai l’ossessione di non avere tempo, ma hai tutto il tempo del mondo perché lo ricrei nell’istante.
Potresti anche creare un mondo con tutto il tempo del mondo.
Guarda, il problema è questo: tu stai facendo Dio sena volerti assumere le responsabilità. Noi abbiamo solamente quell’istante lì, quando lui dice il “sia la luce”, basta, noi stiamo facendo continuamente i primi tre passi di Genesi, 1-2-3, 1-2-3, 1-2-3 giusto perché è possibile farli e poi gli diamo attenzione. Ci manca la parte in mezzo, ci manca il riconoscere l’effetto dell’Abisso, dello Spirito e dell’Acqua.
Noi vediamo solo l’effetto e pensiamo che sia la causa.
Esattamente.
È pazzesco, siamo veramente tonti, rimbambiti, addormentati dentro la maya…
Siamo attratti da quella roba lì. In questo senso qua, quello che viene meno è diciamo quella legge assoluta, che ho declamato parecchie volte, che tutto si registra e nulla si cancella. Allora il fatto di replicare, di copiare quel che già c’è non ti permette di cogliere l’eternità della questione. Facciamo finta che nulla sia eterno e tutto sia transitorio. Nell’aspetto vettoriale è stata rappresentata anche nelle chiese, la chiamano “geometria sacra”, ma non hanno capito. Hai presente l’immaginetta del Santo, tu gli attribuisci quella cosa lì, ma non hai capito una mazza. È quella cosa lì, non ce n’è un’altra e devi tenere presente che, volendo mantenere statico, ricreando sempre la stessa cosa, non sei di alcuna utilità. Perché l’automatismo, il farlo automaticamente produce una dispersione logica, stai replicando un aspetto peculiare che però è stato la causa della creazione, il fatto che non ci fosse variazione, stai replicando quello.
Porca miseria, certo! Ha creato qualcosa esattamente perché non c’era variazione, noi invece restiamo dentro alla non variazione, continuiamo a riprodurre la non variazione.
Esatto ci manca il passo successivo, accorgersi che il fatto stesso di accorgersi che non c’è variazione è una variazione. La cosa che ti ho detto è esagerata, il fatto che tu sia rimasto al voler replicare l’apparente stato di quiete e di persistenza dello spazio sotto, è fatto perché non riuscivi a pensare di essere l’unico responsabile della creazione di te stesso. Se tu ti accorgi di questo, sei intelligente e l’intelligenza può solo pensare, quindi avrai fatto il pensiero di te stesso.
E avrai variato la non variazione, perché il solo fatto di pensarlo produce una variazione.
Sì ma tu sei rimasto lì, una volta che tu hai messo in piedi il quadratino crittografico di te stesso. Il fatto è che la forma animata è una necessità, perché il quadratino crittografico deve essere dappertutto, altrimenti… Tieni conto che lui è infinito, che l’intelligenza è infinita, allora deve essere adeguato. Quindi tu hai una replica infinita di quadrati crittografici. È una roba che metà basta. Qual è il meccanismo di costruzione del quadrato crittografico? Un cerchio dentro un cerchio. Poiché l’intelligenza costruisce cerchi dentro cerchi, allora fondamentalmente l’Arca della testimonianza è la testimonianza dell’azione che tu fai senza sapere di farla. Te la testimoni a livello in cui ti racconti che non sei tu a farlo. Che roba!
Scusa ma non ho parole… questa roba che ricrei continuamente… siamo dentro a una cosa incredibilmente fantastica e siamo qui a fare fotocopie…
Te l’ho detto, abbiamo replicato infinitamente, siamo obbligati, noi siamo rimasti alla necessità della variazione. La necessità della variazione ci porta, uno, ad avere la base, la base è che non c’è la variazione, quindi tu stai riproponendo la base e siamo rimasti lì, ma per come è fatta la struttura, abbiamo dimenticato il passaggio che è quello Abisso, Spirito e Acqua. E l’Acqua, che è infinita, è adeguata e una volta che è registrato nell’acqua, il mondo è eterno, qualsiasi cosa registrata nell’Acqua rimane lì per sempre.
È per quello che non si muore mai.
Non è possibile, la chiavetta può essere chiusa, ma non si cancella. Blandamente il discorso è: poiché tu hai fatto la creazione, perché tu tutto il mondo fuori lo crei istante per istante anche se pensi di non essere tu a farlo, pensi che il mondo goda di vita propria, ma sei tu a dargliela. Quel mondo lì scompare se tu, a questo livello di rappresentazione, se tu crepi e allora compare l’intelligenza che ha dato origine a tutto questo, che lo può comunque andare a leggere.
I dati rimangono disponibili all’Intelligenza.
Il fatto di incorrere in una situazione come quella della morte è una assurdità.
Va contro il moltiplicatevi, tanto per cominciare.
Va contro il moltiplicatevi e, seconda cosa, è una delle possibilità: puoi morire ma potresti anche rappresentarti le cose per intero, non solo fermarti all’assenza di variazione. Questo è il problemaccio. Hai presente “Montagna di causa”? Quello che tu decidi di salvare è il mondo uguale a prima, ma non è uguale a prima, è un mondo logico. Quindi anche se tu lo salvassi e lo registrassi uguale a prima, non è come prima, perché non hai presente, perché hai una visione concentrata non sull’insieme ma sul particolare che sarebbe Antonella. Stai registrando l’aspetto apparente a quel livello lì, ma le relazioni del tuo fuori sono sempre diverse, devi includere il movimento del sole e della luna perché quella è la cronologia, quindi ogni cosa che tu ricrei viene creata e stabilita sul presupposto che sia uguale, ma non è così. Anche infinitesimalmente, la posizione della cupola cambia in rapporto alla tua nuova creazione di te, pur apparendo uguale a una osservazione come quella del livello di coscienza che tu applichi per farlo, pressapochista. Stai creando un mondo nuovo istante dopo istante, ma neppure ti accorgi di crearlo. Il mondo può esistere solamente nel tuo quadratino raster, ma quello che non vedi è il quadratino vettoriale. Sto facendo un discorso che è comprensivo, il tuo quadrato crittografico raster non ti mostra quel che è successo nel vettoriale, eppure è sempre uguale ma sempre diverso. Appare uguale, a volte ho detto “che ne sai di come si è mosso lo spazio?”, se tutto è sempre in continuo movimento per effetto del fatto che è vivo, non tenendo conto degli altri tre Enti e occupandoti solamente della registrazione parziale riguardo all’identità, credi che l’identità si sia conservata eguale, ma non è così. Faccio fatica anche a raccontarla. C’è un piano di backup dell’identità che pare conservare una sorta di stabilità, che non ci sia variazione, perché l’identità è persa dentro il primo passo, si deve accorgere che non c’è variazione.
Stavo pensando che siamo disposti ad accorgerci di variazioni che si ripetono, di programmi standard, come l’invecchiamento, le stagioni. Ci accorgiamo della ruga in più e delle variazioni atmosferiche, ma non sono variazioni, sono un programma già registrato.
È esattamente così, in realtà fingiamo che non ci sia la variazione che abbiamo imposto creandola. L’imprinting è avere portato l’attenzione sull’esistenza dell’identità, senza che l’identità incorporasse il principio dell’eternità.
È vero, l’identità si è autolimitata.
No, non si è autolimitata, ha assunto delle credenze che la portano ad autolimitarsi. È un atto di onnipotenza assumere questo tipo di credenze.
Anche pensare di poter morire, è una delle possibilità, solo che l’identità se lo vive come non originato…
… da se stessa. Certo, perché vuole separarsi, è il principio del voler essere il due, l’apparente due che invece non esiste. Più o meno qualcosa ti ho detto. Il principio del mondo è che tu lo fai istante per istante. Che tu ti racconti alcune cose invece che altre, quello è frutto dell’educazione, dell’analisi, del tipo di attenzione, percezione, ma soprattutto del tipo di creazione che hai in mente di fare. Se tu introduci elementi infiniti allora sei adeguato, se introduci invece elementi continuamente finiti, finirai.
È introdurre l’infinito nel finito, portare il vettoriale nel raster.
Allora, io credo di averla semplificata al massimo, ‘sta roba qua, forse al massimo no, però l’ho semplificata e l’ho resa fruibile. Ho cercato di rendere qualcosa che non è rappresentabile, rappresentabile. Stò esattamente ripetendo quello che l’Intelligenza deve aver fatto per se stessa, perché il problema è quello lì, che l‘Intelligenza non può rappresentarsi una cosa solo vettorialmente, se è intelligente deve trovare un modo per soddisfare anche l’aspetto raster della creazione, altrimenti la creazione appare, appare sempre, ma l’osservazione mostrerebbe il fatto che la parte raster è informe è vuota.
Sì saremmo a quel punto lì, in cui la terra era informe è vuota.
Perché non è ancora partita. Allora, chi è che può rendere viva la terra? L’intelligenza stessa, però deve includere gli altri tre enti.
E allora a quel punto potrà leggere nell’acqua la creazione che ha fatto. L’hai detto un milione di volte, però adesso hai fatto tutto il giro.
Sì ho fatto di nuovo il giro. Vediamo, perché ogni volta che la guardi… mi dicono “continui a dire le stesse cose”, no, non sto dicendo le stesse cose, sto dicendo “queste” cose, sei tu che vuoi accomunarle alle altre, ma ogni volta che racconto la storia della creazione, essa è nuova.
La storia della creazione viene creata in quel momento lì, non può essere uguale a prima.
No, perché quando la racconto non è “prima” è “adesso”, e quindi deve inglobare “questo adesso”. E quella di prima è cambiata apposta perché ho fatto “questo adesso”. È diverso perché leggo nella mia registrazione qualcosa che ho già fatto, ma lo leggo con un altro tipo di spirito.
E ogni volta ne tiri fuori una creazione nuova.
Ma è sempre così, eh, siamo sempre al “sia la luce”.
Franco Remondina
