Tavola XI
Franco Remondina
… Aaah… le scritture…
Usate come sono state usate, cioè per il “dominio”, il loro significato è andato perduto.
Grazie ai teologi, quelli che studiano la “parola di Dio”, le cose si sono complicate in modo inverosimile.
E’ nata la chiesa.
Non voglio dare l’impressione che questi articoli siano di contestazione, che la posizione di dodicesima.com sia antagonista a quello che dice la chiesa, semplicemente ognuno è libero di avere la propria opinione.
Le scritture, però, raccontano altro…
Gesù racconta dell’ “allegrezza”, della gioia.
Quando vi citano il passo “vi lascio la pace, vi do la mia pace” è una estrapolazione…
Giovanni 14, 27‐31
“Vi lascio la GIOIA, vi do la mia GIOIA. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui»
Come spiegato negli articoli precedenti, le scritture sono una sorta di dialogo con l’altra coscienza, quella che non sappiamo di avere.
I “discepoli” sono funzioni della coscienza, per così dire, abituale, cioè sono funzioni che l’intelletto interpella per capire il mondo e descriverselo.
Ora, che ruolo ha la chiesa in questo?
Attraverso i teologi, essa ha alterato queste funzioni della coscienza abituale e, facendo leva sulla coscienza, ha creato la valle di lacrime.
Certo, ogni persona ha le proprie responsabilità, ma ci sono stati secoli dove “ridere” era peccato!
Minchia Johnny… Non un peccato qualunque questi qui, se ridevi, ti bruciavano…
Cosa? Non ci credete? Beh … informatevi!
Con l’invenzione del “peccato originale”, Agostino d’Ippona ha modificato le coscienze del mondo occidentale, causando milioni di morti e miliardi di infelici.
Non esiste nelle scritture qualcosa che sia “peccato originale”; fu una invenzione di Agostino…
Come dite? Saulo di Tarso? Ok ragazzi, Saulo di Tarso non è mai esistito!
Anche in questo caso restano però le “Lettere”, quelle negli Atti degli apostoli… E’ leggendo e male interpretando quel che era scritto che Agostino trasse la conclusione che eravamo “peccatori” per nascita.
Uno veniva al mondo e tac: “Pentiti delle tue colpe!”
Minchia Johnny… Sono appena arrivato, non ho ancora fatto niente… “Non importa, devi pentirti!”
Domanda: Come può essere fatto?
Vi rivelerò un segreto: riconoscendo la “voce” della copiatura!
Cosa?
Ah già, siete dis-attenti… Ok, per la prima volta nella storia dell’umanità vi presento “memo“, la vostra funzione ereditaria di copiatura!!!!
Per individuarla, dovete essere molto attenti, la sua voce è un bisbiglio, è discreta, mai appariscente insomma … sembra che non ci sia nessuna voce.
C’è, eccome se c’è! State attenti… cercate di sentirne il promemoria!
Supponiamo, a titolo d’esempio, che abbiate una piccola cicatrice… Guardatela, ma contemporaneamente, ascoltate il flusso delle considerazioni mentali che ad essa sono associate, lo sentite il bisbiglio? Vi accorgete della cronistoria che vi scorre davanti agli occhi?
Questa narrazione mentale è: “memo”, la funzione autoricordo!
Avete un tumore? Che problema c’è? Nessun problema, se conoscete “memo”, se lo avete riconosciuto, ma, un problema mortale se non lo avete fatto.
Allora, dove eravamo rimasti? Ah sì, la cicatrice… Ok, osservatela e ascoltate il bisbiglio… Dice: “Ti ricordo che questo segno è dovuto a quella volta che, dopo aver fatto il transfert dell’incidente, lo hai fatto, cadendo rovinosamente. Ti sei fatto/a questa ferita… Quanti anni avevi, ricordi? Ecco, ti sto solo ricordando… La ferita è quella
lì che stai osservando. Missione compiuta, ricordaggio eseguito perfettamente.”
Grosso modo il bisbiglio è questo…
Provate a individuarlo, siate attentissimi…. Lo sentite? Ok…
Una volta individuato, chiedetegli:
Perché non riconosci te stesso? Riconosciti!!!
Insistete fermamente…
Poi, chiedetegli:
“Perché non ricordi te stesso? Ricordati!!!
Vabbè… ho dimenticato di dirvi che, prima di interpellare “memo”, dovete scagliarvi una freccia con un “dischetto” bianco nella gola, solo così sarete autorevoli per lui.
Fate girare il dischetto in senso antiorario e chiedete al memo di ricordarsi di sé!
Qui la faccenda è iperbolica, un “memo” che ricorda sé stesso subisce un sovraccarico operativo tale che lo sconquassa.
Per ora mi interessa darvi questa possibilità, le dimostrazioni pratiche richiederanno alcuni dvd, quelli dei prossimi incontri!
L’ INCAPACITA’ DI VENIRE REGISTRATI COME DESIDERIAMO HA PERMESSO LA PERSISTENZA DI UN SAPIENS “SCHIAVO”
DEL “PASSATO”.
E’ VENUTO IL MOMENTO DI LIBERARCENE!
Franco Remondina

