Tavola XI
Franco Remondina
Bene, anzi, male, malissimo… Gli ebrei, che nella storia hanno sempre e soltanto circuito gli altri popoli, in questo caso, quello di Noè, hanno copiato la storia e ne hanno fatto la trasposizione ebrea.
Utnapishtim, eroe sumero sopravvissuto al diluvio, diventa Noè e, grazie alla Bibbia, gli ebrei sono quelli che hanno salvato l’umanità dalla estinzione…
Come detto, l’unica differenza è questa: Noè è mortale e Utnapishtim, invece, no!
Ci sono strane storie su vari personaggi della Bibbia come Davide, Salomone e altri… Sono personaggi inventati! Così come gli apostoli, così come Pietro, che, se mai è vissuto, non è mai stato a Roma. Come ha fatto a farsi crocefiggere a testa in giù se non è mai stato lì?
Ripeto, la storicizzazione è una brutta bestia:
“Abramo, il patriarca ebreo, probabilmente non è mai esistito. E neppure Mosè. L’ intera storia dell’Esodo, come viene raccontata nella Bibbia, quasi sicuramente non avvenne. La stessa cosa vale per il crollo delle mura di Gerico. Anche Davide, invece di essere l’impavido re che trasformò Gerusalemme in una potente capitale, è molto più probabile che fosse un capo di provincia, la cui fama fu esagerata molti anni dopo per dare un nucleo di convergenza a una nazione agli albori della sua storia.” Queste sbalorditive affermazioni, risultato di scoperte effettuate dagli archeologi che hanno scavato in Israele e dintorni negli ultimi 25 anni, sono condivise anche dai rabbini non ortodossi. Ma finora non c’ è era stato nessun tentativo di diffondere
queste idee o di discuterne con i laici. Ora invece la United Synagogue of Conservative Judaism, che rappresenta un milione e mezzo di ebrei tradizionalisti degli Stati Uniti, ha appena pubblicato una nuova Torah commentata, la prima per i tradizionalisti in oltre 60 anni. Intitolata Etz Hayim (“L’ albero della Vita” in ebraico) il libro offre un’interpretazione dei testi sacri che tiene conto delle più recenti scoperte archeologiche, filologiche, antropologiche e degli studi sulle culture antiche. Nelle intenzioni degli autori che hanno lavorato alla sua compilazione, il libro rappresenta uno dei più considerevoli sforzi mai effettuati per introdurre in ambito religioso il concetto di Bibbia prodotta dell’uomo invece che documento divino. (Copyright New York Times/la Repubblica. Traduzione di Anna Bissanti)
Come vedete, storicizzare libri a base religiosa porta alla superstizione e c’è un ulteriore aspetto che è questo:
Siete sicuri che siano stati tradotti correttamente? Perché il problema è questo!
Oh sì, certo, ci sono gli extraterrestri nella Bibbia, lo dicono Sitchin, Biglino e un sacco di altri a pappagallo…
Ma la domanda è sempre la stessa: come fate a saperlo?
Io credo che sia Sitchin che tutti i successori siano dei mistificatori. Che importa se hanno successo, se vendono un sacco di libri, se ne parlano sui giornali o nelle radio, è banale condizionamento, siete voi a leggere e a usare il vostro potere di Sapiens… create voi questa realtà, credendogli.
Ma allora i libri sacri?
OK ragazzi, riprendiamo il discorso… quello che importa è la comprensione.
Domanda: perché gli ebrei hanno inventato Noè?
Non potevano conservare il nome originario del protagonista sumero?
No, non potevano per via della struttura della loro Cabala…. Mi spiego meglio: Utnapishtim non era ebreo e secondo quanto riportato nella Epopea di Gilgamesh era immortale.
Potevano gli ebrei tollerare che Utnapishtim, non ebreo, non “eletto”, potesse essere meglio di uno di loro? Naaa…
Così, hanno inventato quel Noè con i suoi tre figli: Sem, Cam, Yafet, il monte Ararat etc etc…
Minchia Johnny…
Domanda: La nostra coscienza è perfetta oppure no?
Risposta: È perfetta!
Come potrebbe non esserlo?
Poiché l’Io-mentale non l’ha creata, essa deve essere stata creata da qualcun’altro, posso suggerire una risposta? Sì?
La nostra coscienza è stata creata da DIO! Essa è perfetta, è stato l’Io-mentale a inquinarla.
Altra domanda: Può una coscienza perfetta vivere eternamente? Sì!
Perché moriamo?
Perché siamo inquinati dalle credenze e da dogmi religiosi assurdi.
Rispondo alla domanda: ma allora i libri sacri?
Quei libri sono il resoconto di alcune informazioni indispensabili, ma è chi legge a interpretare le informazioni. Le interpreta sempre secondo la ragnatela di correlazioni tra pensieri che pervade la sua semi-coscienza, cioè secondo metà della coscienza l’Ovoide e escludendo l’altra metà l’Antiovoide.
Lo sforzo di Gilgamesh verso l’immortalità fallisce, ma è solo il fallimento della “comprensione” che aveva lui, non significa, infatti, che fallirete anche voi, ma che lui ha fallito!
In questo senso va riletto il suo sforzo, è un “come non fare”, un libro avvertenza…
Non si capisce? Vedrete che, se lo spiega “dodicesima.com”, diventerà chiarissimo.
Franco Remondina

