
Dopo questa sbornia di informazioni che ci sono nei due articoli precedenti, forse è meglio riassumere qualcosa…
Ricapitoliamo:
- quando ci incarniamo (ovvero quando l’ovulo viene fecondato e il processo di incarnazione cioè il programma di costruzione di un nuovo individuo inizia) la prima operazione che parte è il trasferimento delle memorie cromosomiche delle due linee di sangue appartenenti a vostra madre e vostro padre.
- L’unità di memoria attraverso cui vengono incapsulate è l’acqua di cui ogni corpo è composto.
- Incamerate caratteristiche morfiche, cioè fisiche frutto delle memorie prevalenti che hanno vostra madre e vostro padre nella linea di sangue.
- Queste memorie tutte insieme hanno un “rumore” di fondo.
- Il collegamento a questo “rumore” avviene attraverso l ‘ “Attenzione”. 6) L’ “Attenzione” non è universale, ma è parziale. Questo significa che non può vedere entrambi gli aspetti di un problema, ma solo uno dei due! Questo fatto implica che possiamo avere una visione del mondo solo parziale! Infatti le nostre speculazioni mentali prevedono concetti che sono “reattivi”, cioè agiscono in funzione dell’altra metà che non stiamo osservando con l’Attenzione.
- Non abbiamo concetti puri, cioè se pensiamo “bianco” lo pensiamo in virtù di una esclusione di “nero” da parte dell’Attenzione.
- Non abbiamo il controllo dell’Attenzione.
- Non sappiamo in virtù del punto 8), “chi” stia osservando e “cosa”. Se non sappiamo “Chi” e non sappiamo “Cosa” rischiamo di appropriarci di problemi che sono di “altri” e cerchiamo di rispondere alle domande irrisposte fatte da altri.
- Appropriarsi significa che in qualche maniera, tramite l’accettazione di quel problema, crediamo che sia un problema nostro, che appartenga a noi.
- Se non c’è accettazione non c’è problema.
- Chi effettua l’accettazione? Ecco un ottimo riassunto!
Adesso che abbiamo questa sintesi, appare chiaro il concetto: “se non ci credi, il sistema non funziona”.
L’uso e le caratteristiche dell’ “ATTENZIONE” come dichiarato al punto 6), fanno apparire obsoleti i modelli scientifici che avete imparato!
Viene a trovarmi una ragazza… la chiamo C. ha 25 anni, laureata con lode. Quando arriva, sono stato avvisato dalla zia che me la porta, non la devo toccare, perché si “spaventa”! Chissà dove ca.. punta l’Attenzione ho pensato tra me e me (ammesso che esista questo me). Azz… ho fatto la domanda e l’allenamento mi permette di capire quale è il meccanismo.
Le faccio accomodare. C. si muove come una paraplegica. Faticosamente si siede e mi avvisa che non vuole essere toccata. “Certo che non ti tocco, sono mica scemo! Metti che hai qualche virus contagioso..”
Ipnosi da confusione! Pensa tra sé e sé: “O cavoli non ho mai pensato fosse contagioso…” Poi dice che lei era normale, poi due mesi fa è svenuta, è rimasta svenuta per 25 minuti (come fa a dirlo? Era svenuta, ma l’orologio lo guardava da svenuta?) poi è arrivato il 118 e il medico le sollevava la maglietta per ascoltare il cuore con lo stetoscopio e lei pensava che la volessero…. spogliare (ma sicuramente pensava quello che pensate voi) e questo non capire l’ha precipitata nel panico. Scopro dai suoi pensieri che ha rotto una storia con un ragazzo che durava da un pò. La guardo nel suo occhio sinistro e le dico:
“Così pensi di fare schifo vero?”… “Ma noo, non penso di fare schifo!!” dice mentre gli occhi diventano leggermente più grandi. “Si, tu pensi di fare schifo, altrimenti non avresti tutta ‘sta roba, pensi di fare schifo e vuoi convincermi che invece questa roba ti è capitata da chissà dove e che sei sfortunata e adesso hai anche questa complicazione. Non sai un ca.. ma vuoi convincermi che sai tutto. Ti faccio una domanda: se adesso vado su in camera e prendo il fucile, lo carico con due cartucce e vengo giù e ti sparo due colpi… tu rimani stecchita… credi che se ti toccassi dopo che sei morta avresti le tue solite reazioni isteriche?” Lei tace due secondi e poi mi dice: “No, se sono morta non succederebbe nulla… sono morta!” Piccolo sorriso di attesa! Come a dire: “Ma sei scemo, è chiaro a tutti!”. Io la incalzo ancora: “Allora se manca C. tutta la faccenda finisce? …Subito dopo: “Allora sei tu a farlo! Senza C. non si fa nulla! Quindi se sei tu a farlo, puoi anche non farlo… Non è così?”.
Lascio passare qualche attimo… “Lo sai dove hai il posto delle verità?”. Altra ipnosi da confusione, occhi leggermente più aperti… “Inoltre smettila di tenere la lingua incollata al palato!” Rinforzo l’ipnosi da confusione, lei ingrandisce ancora gli occhi! Il labbro comincia a prendere colore! Guarda la zia e le dice: “come fa a saperlo?” La zia non lo sa e abbozza un tenue sorriso…anche per lei ipnosi da confusione! Evvai… Insomma andiamo avanti così, e lei dice che si sta rilassando. Aveva le mani serrate a pugno, come allora quando è svenuta (notate l’uso del tempo del verbo essere usato al presente! Lei non “era” svenuta, lei “è” svenuta, quindi adesso qualsiasi persona cerchi di toccarla assume le sembianze di quel medico e lei pensa che le alzerà la maglietta e lei non vuole e bla bla bla..), e come allora ha aperto prima il pollice, poi l’indice… Le faccio notare che il gesto dell’apertura del pollice significa televisivamente ok (come da pubblicità di Aiazzone o dal telefilm Happy Days) e che se avesse aperto la mano a partire dal medio le cose avrebbero avuto uno svolgimento diverso… Risatina! Comunque dopo aver cambiato il posto alla risposta: “Faccio schifo? Sì”, che ovviamente suonava nel suo posto delle verità, e aver fatto un altro paio di giochini e scritte, le chiedo di alzarsi e fare qualche passo: cammina! Non che non camminasse, cammina normale… La zia è
confusissima, ma ride: “questa è lei… cammina così lei..!”
Non vi va bene? dico io… Chissà… che domande e che risposte si farà e darà… Certo che il problema è questo: Sono bella, intelligente e laureata… il mio ragazzo mi lascia! Se non basta questo allora cosa serve? Sono confusa, e non so più se valgo, se non valgo… Ho pensato che bastasse essere belli, ho aggiunto anche una laurea, ma non basta…
Ipnosi da confusione seguito da “senso di colpa”!!!!!
Possiamo andare avanti così?
Franco Remondina

