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ARTICOLO 232 – TRIBOLATORI S.P.A

8 anni fa
Franco Remondina
07 Ovunque Tu Sarai
Ovunque Tu Sarai
Franco Remondina

 

L’articolo precedente inizia con un passo bibblico tratto dal Libro di Giobbe.

E’ uno dei libri bibblici più noti. Narra di questo Giobbe che da “uomo di successo” viene colpito dalla “sfiga”.

Scusate l’attualizzazione del linguaggio ma è necessaria: ci sono milioni di “potenziali” Giobbe la fuori. Il tutto è condito però da una numerologia nascosta.

Cosa dice metafisicamente il libro di Giobbe? Dice una e una sola cosa, che se credi di esistere sono dolori.

Lui, Giobbe, credeva fermamente di esistere! Minchia

Johnny…. Il libro inizia così:

1 C’era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. 2 Gli erano nati sette figli e tre figlie; 3 possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente.

 

La numerologia… aveva 7 figli… come i 7 chackras, anzi non è che li aveva, “gli erano nati”. Guardate che è importante! Significa che ci aveva lavorato sopra, se no avrebbero detto altro. Quindi era un mistico! Mmmmh… D’altronde se non fosse stato uno importante, se fosse stato uno “sfigato”, non ci sarebbe stato bisogno del libro degli sfigati, vista l’abbondanza presente sul pianeta. Ci aveva lavorato e aveva sicuramente costruito la propria versione dell’albero cabalista, con le 10 sfere! Infatti… oltre a questo lavoro si premurano di dirci che gli “erano nate anche tre figlie”! Ora, 7+3 = 10.

Qualora non aveste capito, ve lo ripetono: 7000+3000=10 000, e qualora foste veramente delle capre: 500+500= 1000…

Se ancora non si capisse… Tuttavia la questione è che Giobbe ha toppato qualcosa! La sua paura del diavolo, la sua ossessione verso il male, inquina la sua atmosfera mentale e DIO diventa qualcos’altro.

Diventa lo scudo contro il male! Ora, questa operazione di trasformare DIO in un amuleto porta all’adorazione del male, a ritenere il male come esistente in sè.

Sarà stato un mistico, ma diciamocelo: capiva ‘na mazza!

Così, perde il bestiame e i figli e le figlie… Attenzione adesso… quante volte è stato citato questo passo dai reverendi di turno? Eccolo:

 

20 Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò 21 e disse:

«Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò.

Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!».

 

Ri-minchia Johnny… Dopo questo episodio comincia la parte interessante: arrivano i tre amici di Giobbe:

11 Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo.

Sono, nel linguaggio di “dodicesima”, i tre assi dell’acqua!

Ma c’è di più, sono anche le catene di pensieri cromosomiche, sono il sunto delle cazzate che vi hanno lasciato in eredità i vostri antenati, la montagna di dubbi, il monte di credenze errate che gli “esistenti” hanno depositato nella vostra acqua. Voi, come Giobbe, diventate dei “tribolatori”, vi disperate e, nella vostra acqua, arrivano quelli che vogliono convincervi ad accettare come “giusta” qualsiasi sofferenza.

Il libro presenta così tutti gli alibi mentali che ci distolgono dal vero ruolo del Sapiens: quello di TESTIMONE!

E alla fine Giobbe ci arriva e, quando ci arriva, la sua fortuna viene reintegrata!

12 Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. 13 Ebbe anche sette figli e tre figlie. 14 A una mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio. 15 In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli.

Il doppio? Quella testina di Giobbe si era forse dimenticato che esiste una “parte mancante”?

Aveva escluso dalle pratiche la sua parte femminile?

A pensar male… dice lo stolto, a volte si indovina! Io penso che avesse toppato e si fosse incasinato assai.

Le dieci sfere che “dodicesima” propone sono la risposta. Non c’è n’è un’altra al momento migliore di questa! Dovete solo procedere nella copiatura.

Franco Remondina

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