Oltre
Franco Remondina
Come avrete letto, a volte ritornano…
Ho raccontato, in due articoli, le vicissitudini di uno dei vicini di casa, ecco, le storie vanno come devono andare. Sono fuori col cane, al telefono con Mara, e mi si accosta lui, con la macchina. Il finestrino abbassato e mi dice che ha una urgenza importante. Chiudo la telefonata scusandomi con Mara e le dico che ci sentiamo dopo…
“Cosa c’è?” chiedo…
“Sono andato a fare la PET, i medici mi hanno detto che non hanno mai visto una PET con cosi tante metastasi nelle ossa… Dicono che devo morire…” intanto che dice questo prende un foglio sull’altro sedile e me lo passa…
“Leggi, è scritto lì!”.
Provo a leggere il referto…
“Scusa, ma io a queste cose non credo… inoltre l’esame della
PET dà una percentuale di “falsi positivi” imbarazzante…”
Lui mi incalza: “Cosa dici?”
“Senti, quel che dico io, non è importante, è quello che dici tu che è importante per te, è quello che credi, i pensieri che fai, le convinzioni che hai… Insomma, se vai a un chilometro da qui, c’è il cimitero. Non sentirai nessuno lamentarsi lì e lo sai perché?
Perché mancano loro, se muori tu quello che tu chiami (dico il suo nome) nel corpo non si muove più nessuna cellula, quindi non sei tu a dipendere dalle metastasi, ma sono le metastasi a dipendere da … (nome proprio di lui).”
” Si ho capito, però…” lo interrompo subito: “Però, è una negazione! Non c’è nessun „però‟…”
Allora lui apre la portiera e scende faticosamente dalla macchina…. Sembra un paralitico…
Credo che se non sapessi le cose che so, mi impressionerei. La rappresentazione mentale della situazione, normalmente percepita, è quella di provare compassione, fare quel che fanno tutti: transfert e relativa sequenza emotiva… ondata di commozione, sbigottimento, sollievo che “non sia capitato a te”, insomma quelle robe lì…
Va bene quel referto dice la loro opinione, il loro parere.
Loro dicono che devi morire, ma tu invece cosa dici?
Vuoi vivere o morire?
” Che domande, io vorrei vivere…”
“Allora, ascolta attentamente… L’Io-mentale applica il “possesso” sui pensieri. Per lui sono: POTERE!
Se, attraverso un pensiero, lui convoglia l’attenzione, allora quel pensiero viene usato sempre di più.
Se non comprendi che tu non sei quel pensiero, allora esso percorrerà, anzi la tua attenzione percorrerà, la strada che collega questo pensiero alla “forma pensiero” depositata nell’inconscio collettivo…”
Capisco che forse non comprende e la giro: “Volevo dire che se fai quello che fanno tutti, otterrai quello che ottengono tutti, cioè morirai…”
Lui è spaventato, ma in un sussulto dice: “Non posso fare nulla?”
“Puoi fare tutto, se hai fatto una metastasi, due, tre, mille… sei stato tu a farle, ricorda che i morti non fanno metastasi e che, se le hai fatte, puoi sempre disfarle…”
“Però, io ho male, vedi, non riesco a stare diritto, respirare è doloroso…” Mmmh…
“Ok, ascolti o no?”.
S questo punto gli ricordo che mi ha chiesto lui di aiutarlo, perché, ovviamente, stava comparendo l’Io-mentale, quello che ha “possesso” dei pensieri e li difende, fino alla morte… “Mi hai detto che vuoi vivere… Hai mica detto così?” Ragazzi, che dialogo surreale!
Così cominciamo. Dico al mio vicino che lui ha sempre creduto di essere i pensieri e quindi crede che essi siano veri. Poiché sono veri non dubita e li accetta come veri.
Se sono veri, anche l’uso dei sensi deve essere adeguato, avere l’intensità impressiva adeguata…
Ma, che succede se, invece di credere che siano veri, lui, mette in dubbio la loro veridicità?
Facciamo quell’esercizio che è stato spiegato nell’Incontro di Pigozzo, in pochi minuti, tre, quattro minuti, lui si sente tornare la forza, il dolore lancinante al nervo sciatico scompare completamente.
“Sì, quello lì è sparito, non c’è più, ma la schiena…”
Ecco, questo è quello che si dice la “difesa” del pensiero. L’Io-mentale difende con questo atteggiamento il pensiero originante, quello che attrae il flusso d’attenzione.
Fanno così quelli che non conoscono l’esegesi della scelta!
Scegliere significa soffrire, morire… ve lo spiego nei prossimi articoli…
“Va bene, rifallo per la schiena…”
Lo guido, passo dopo passo, gli presto il mio “doppio”, dopo un paio di minuti, la schiena è a posto….
“Però, faccio ancora fatica a respirare, ho dolore al petto…” Estrema difesa del pensiero, da parte dell’IO-mentale! Ripete l’operazione e anche il dolore toracico svanisce nel nulla…. Zero dolore!
“Adesso devo andare, dici che lo posso rifare mentre vado in macchina?”
“Senti fallo più che puoi, se vuoi vivere. Se muori è perchè non hai adorato la Vita e hai adorato la sofferenza e la malattia…”
“Vado, ma questa cosa che mi hai fatto, mi ha spaventato, sono spaventatissimo…”.
Così, lo saluto e lui se ne va.
Il giorno dopo è andato in ospedale!
Già, doveva essere rassicurato nella “sua”… convinzione.
Quella dell’Io-mentale! Aaah… che mondo!
Franco Remondina

