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ARTICOLO 335- SPAZIO? NONA PARTE

8 anni fa
Franco Remondina
10 Noi Noi
Noi Noi
Franco Remondina

Quindi, per scardinare la “cerniera” dovete partire dal fatto che lo “spazio mentale” sia contenuto in uno “spazio spirituale” e che il primo sia infinitesimo rispetto al secondo!

All’interno della “cerniera” c’è una sola opzione, “nella cerniera” ci sono tutte le infinite possibilità, eccetto quella osservata!

Qualche sospetto di come stessero realmente le cose,

qualcuno lo ha avuto nella storia: gli alchimisti.

ALCHIMIA: “Nell’antichità e fino a tutto il Rinascimento, ricerca del principio (detto pietra filosofale o quintessenza) capace di rivelare i segreti della vita e di tramutare in oro i metalli vili”.

Il primo capoverso è corretto, “ricerca del principio”, il secondo è per gli ignoranti: “tramutare in oro i metalli vili”.

Giungere al “principio” avrebbe tramutato anche l’inverso, cioè l’oro in un metallo vile…

Era la ricerca del “principio” ciò che importava, il comprenderne le leggi. Naturalmente, non capirono!

O meglio, ci furono solo rarissimi casi di comprensione, per altro non supportati da scritti.

Gesù, Buddha, Pitagora, Apollonio, mettiamoci anche altri, non vergarono una riga. Per altri versi, molti scrissero, ma la domanda é: “Comprendevano?”.

Uno di questi, Nicolas Flamel, scrivano francese del 1300/1400, accreditato di conoscenze alchemiche che lo avrebbero condotto all’immortalità, scriveva nel suo

“breviario”:

 

 

 

 

 

Naturalmente, sebbene una mole enorme di trattati sia giunta sino ai nostri tempi, altrettanto non si può dire della “comprensione necessaria”, così ” la ricerca del principio (detto pietra filosofale o quintessenza) capace di rivelare i segreti della vita e di “tramutare in oro i metalli vili”, si è arenata.

L’alchimia originale era quella di Gesù! Quella della metafisica:

Marco 9, 2-10

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Ovviamente abbiamo avuto e abbiamo schiere di alchimisti che pensano alla “trasmutazione” materiale il che, in un “mondo mentale”, in uno “spazio mentale”, in un “tempo mentale”, appare grottesco!

La ricerca della “pietra filosofale” aveva come driver, come spinta emotiva, la bramosia del possesso, il sogno della trasmutazione del ferro in oro…

Si comprende che questa alchimia fosse la negazione di sé stessa, l’oro era un termine di comparazione: rappresentava l’ideale del gruppo dei metalli.

Similmente, l’uomo doveva giungere alla stessa espressione ideale di sé stesso; invece fu un fiorire di “chimici” antelitteram, con forni di fusione, alambicchi, pozioni e quant’altro.

La ricerca era sui segreti della vita, ma l’incomprensione li portò verso i segreti della chimica, ovvero l’inversione di causa-effetto.

In cosa consiste la “pietra filosofale”?

Per capire, dovete notare che, con il termine “pietra”, si vuole ricondurre il ricercatore, l’alchimista di turno, alla comprensione che la realtà appaia fisica all’alchimista per effetto “mentale”, che occupi uno “spazio mentale” e che siano solo le correlazioni mentali relative, ad esempio, al ferro, a rendere tale materiale, “ferro” e, finché tali correlazioni rimangono stabili, la “verifica” escluderà dalla realtà ogni trasmutazione.

Quindi la trasmutazione, come atto alchemico, è quel processo in grado di rompere la “cerniera” e sostituire la “verifica” di “ferro” con “cioccolato”.

In un “mondo mentale”, la sostanza è di fatto “spazio mentale”…

Ecco che, allora, l’operazione congiunta di comprensione-contemplazione possa portare a farsi le domande necessarie a giungere alla “quintessenza”.

L’operazione di “contemplare lo spazio” è stata la base di tutta l’alchimia il cui significato, ve lo ricordo, è:

“Nell’antichità e fino a tutto il Rinascimento, ricerca del principio (detto pietra filosofale o quintessenza) capace di rivelare i segreti della vita e di tramutare in oro i metalli vili”Per giungere alla comprensione era necessario procurarsi la “Prima Materia” e poi, attraverso una operazione basata su mercurio e zolfo, attraverso un terzo elemento, un sale, si avrebbe la trasmutazione…

La “Prima Materia” era quella cosa che permetteva alla mente o coscienza, di escludere l’opposto del pensiero.

Rileggete le ultime tre righe…

Prima Materia era, quindi, una “Sostanza Universale” da cui ogni cosa emerge quando è “illuminata dall’attenzione”.

Secondo “dodicesima.com”, quello che viene chiamato “Sale” è la comprensione che Zolfo e Mercurio siano i “due opposti di un pensiero” e che, nell’operazione di scissione che porta a vedere solo una polarità, si celi anche l’operazione contraria. Tradotto in termini semplici, se riesci a vedere solo “bianco” è perché hai escluso “nero” oppure se vedi solo “malattia” è perché hai escluso “salute”.

L’operazione di “scissione” ha prodotto l’illusione che chiamiamo realtà, tuttavia deve essere possibile anche l’operazione di riunione, INFATTI LO È!

L’unione forzata di due opposti metafisici produce la

“nebbiolina” ecco…

La “nebbiolina” è la “Prima Materia ” degli alchimisti!!!!

 

Franco Remondina

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