Tempo
Franco Remondina
I fisici hanno un problema con il tempo. Che si tratti della gravitazione di Newton, dell’elettrodinamica di Maxwell, delle relatività speciali e generali di Einstein o della meccanica quantistica, tutte le equazioni che meglio descrivono il loro universo, perché i fisici hanno inventato le regole del loro universo, non di quello che c’è, funzionano perfettamente sia che il tempo scorra in avanti sia che scorra all’indietro.
Naturalmente…
La “freccia del tempo”, come la chiamò per primo l’astrofisico Arthur Eddington nel 1927, attribuisce una qualità all’universo dei fisici, cioè che ci sia: “l’inesorabile riarrangiamento di stati altamente ordinati in inutili configurazioni casuali, un prodotto della tendenza universale di tutte le cose di raggiungere l’equilibrio tra di esse.”
Questi sono davvero matti…
In un mondo mentale, come quello in cui siamo, non ha senso la “freccia del tempo”, all’interno dello strumento “mente” un pensiero è per sempre!
Va da sé che, se c’è il pensiero “per sempre”, ci sarà anche il suo opposto “per sempre”. Ovvio…
Quali sono le implicazioni? Che parlare di tempo come fanno i fisici e matematici non ha letteralmente senso in quanto un tempo oggettivo non esiste e non può esistere!
A questi scienziati che “dimostrano” le loro teorie con le equazioni, il fatto che esse non risentano del cambio di segno risulta incomprensibile.
Il paradosso delle due sfere di spazio ottenute da Banach-Tarski con dimostrazione matematica dice una cosa semplice: che se da una sfera di spazio ottieni due sfere di spazio di volume uguale alla prima, poi ripeti l’operazione e da due diventano quattro e così via, ad ogni sfera di spazio è associato un tempo… quindi, ci devono essere infiniti tempi.
Il tempo è SEMPRE associato ad un evento ed il tempo di quell’evento è il “tempo proprio” dell’evento stesso.
Non esiste nessun “tempo assoluto”, solo una serie di “tempi propri”.
Ciò è dovuto alle caratteristiche della freccetta dell’Attenzione. Come sullo schermo di un pc, la freccetta è una e può cliccare su una funzione per volta; non importa quante finestre apri, le puoi aprire solo una per volta.
E’ così evidente…

Domanda: Abbiamo un senso del tempo? Sì, lo strumento “mente” ha una funzione “cronologia”. E’ una funzione ipnagogica.
Ipnagogico (psicol.) che si verifica immediatamente prima del sonno: fase ipnagogica; illusioni, allucinazioni ipnagogiche
Etimologia: dal greco agògòs “che conduce”; prop. “che induce il sonno”. Perché dico che sia ipnagogica?
Per il fatto che l’operatore, che accende il pc, avvia e agisce sulla tastiera accedendo al programma Windows 10, subisce l’allucinazione di credere che ciò che compare sullo schermo sia “oggettivo”.
Quindi, se i fisici hanno un problema col tempo, “ciò che anima” ha un problema con l’identificazione col programma. L’ipnosi di “ciò che anima” è la causa della “perdita dello scopo”!
Il mondo della forma e degli opposti è stato creato per l’esperienza di “ciò che anima”; tuttavia esso, come un videogame, prevede il superamento di alcuni livelli. Ogni perdita “dello scopo” fa rimanere “ciò che anima” al livello 1.
Quando ne “Il Mondo della Luna” (primo libro di dodicesima) si parla di “mente abituale” significa una cosa: che lo strumento “mente” è sempre lo stesso di 100 000 anni fa. Il programma viene clonato ad ogni nascita, ma è rimasto inalterato.
Ecco quello che si intendeva con “mente abituale”.
Per superare il livello attuale dobbiamo, quindi, imparare a riconoscere l’ipnosi di “ciò che anima”.
Questa ipnosi si chiama “tempo”.
“Ciò che anima” è immortale e l’esperienza del tempo è ipnotica.
(continua )
Franco Remondina

