Montagna di causa
Franco Remondina
Forse, c’è bisogno di una ricapitolazione…
Tenete presente una cosa, cioè che bisogna pensare in termini diversi.
Se vi rappresentate Genesi 1 in termini peculiari, ovvero, traducendo il racconto con il vostro significato di “cielo” e “terra”, non comprenderete una mazza…
In quelle scritture viene descritto un processo metafisico; il fatto che venga interpretato materialmente, traducendo il termine “cielo” con “il cielo di cui hai esperienza” e “terra” con il “pianeta di cui hai esperienza”, ha prodotto, produce e produrrà, tutta la superstizione possibile e immaginabile.
Ripeto, la Bibbia è uno zibaldone, gli ebrei ne hanno fatto un libro sacro, ma sarà sacro per loro!
Quando cominci ad affibbiare a un oggetto materiale l’aggettivo “sacro” compi un atto idolatrico, cadi nell’idolatria. Questo porta guai in termini di comprensione.
A parte il fatto che la Bibbia che conosciamo non è la vera Bibbia originale, quella che Ezra aveva compilato e che andò persa tanti anni fa, almeno mille… a parte questo, essa risulta copiata nel suo cuore centrale dalla cosmogonia Indù. Dopo questa sterile precisazione, iniziamo la ricapitolazione.
Genesi 1 inizia con il momento zero: “In principio Dio creò il cielo e la terra”…
Come vi ho mostrato, la Bibbia del 1885 inizia con: “Nel principio Dio creò il cielo e la terra”, la differenza è che tra le due versioni, ciò che cambia, è che nella prima c’è “In”, mentre
nella seconda c’è “Nel”; sembra che siano uguali, ma sono diversi…
“In” può significare “dentro”, ma anche “In”izio…
“Nel” significa “dentro”, senza tirare in ballo il tempo.
Quello che manca in Genesi 1 è il pregresso, manca Genesi 0, cioè cosa spinge DIO a creare il cielo e la terra!
Cosa lo spinge e perché?
Senza queste domande la lettura del primo passo resta una constatazione di fatto, rimane solo una presa d’atto.
Rispondiamo a queste domande?
Sì, se vogliamo veramente comprendere quella operazione, una risposta si impone.
Quindi, la situazione è questa: DIO è tutto.
Essendo INTELLIGENTE, si chiede: “Come sarebbe se avessi esperienza di me?” (Transfert)
Poiché c’è intelligenza (e che intelligenza), il suo Transfert deve essere logico, coerente e perfetto.
In effetti, il primo problema che si pone è questo: se tutto rimane come è, se non c’è diversità, nessuna esperienza è possibile.
DIO è tutto, quindi, questo “tutto” è lui stesso.
L’analisi della INTELLIGENZA è che tutto sia “come è”, cioè, constata che sia “Spazio”.
Una simile presa di coscienza, pare nulla?
Il TUTTO è consapevole di essere tutto quel che c’è.
A questo punto essa (l’INTELLIGENZA) può ragionare solo su quello che c’è e conoscerlo, così conosce lo spazio.
L’Intelligenza si riconosce come informe e immateriale. Come primo passo, allora, specula intellettivamente in termini di spazio.
Naturalmente oltre a questo diviene consapevole che è VIVA.
Ogni cosa viva deve produrre, per il fatto che è viva, del movimento… BANG!!!!
Una tale constatazione dà il via a tutte le verifiche possibili di tale movimento!
L’INTELLIGENZA prova intenzionalmente a rallentare una parte di quel “tutto” che è!
Portando l’attenzione sul “movimento infinito” e facendo attenzione alla VITA, si producono due movimenti di Spazio:
quello Intelligente/vivo/consapevole e lo spazio che lo contiene.
E’ da qui che parte Genesi 1, è la codifica di una operazione di auto-conoscenza.
Un TRANSFERT.
Se rileggete adesso il passo, la creazione del “cielo” e della “terra” sono altro, rispetto a quel che si è tramandato.
La parola “cielo” significa: “stato di coscienza”, perciò deve esserci un qualcosa che viene chiamato “terra”, che sia pure lui coscienza, solo che il movimento è DIVERSO.
In entrambi, cielo e terra, c’è del movimento, ma cosa è che si muove? LO SPAZIO.
L’INTELLIGENZA quello conosce e ha a disposizione, e quello usa!
Ora, ha a disposizione una “diversità di movimento”, osserva la diversità di movimento e impara da sé stessa. Quanti movimenti ci possono essere? INFINITI.
Tuttavia c’è un problema: DEVE POTERLI RICORDARE, cioè per avere una esperienza essa, l’INTELLIGENZA, deve poterla ricordare. Come fa?
Stabilendo la diversità come “diversità di movimento” viene creato un precedente che dà origine a tutte le diversità (infinite) possibili.
Lo strumento del Transfert diventa l’unico strumento
funzionante conosciuto e quindi viene replicato in scala frattale.
Dentro ogni “Spazio” viene reso disponibile “quel meccanismo”.
Così, tutto è decodificabile sempre, è sempre possibile tornare indietro, a un “movimento” precedente.
Rallentando il movimento di “SPAZIO” a determinate velocità, l’INTELLIGENZA scopre la “CRISTALLIZZAZIONE”.
Uno spazio che si muove molto velocemente rispetto ad un altro! IL VORTICE.
Minchia Johnny…
Franco Remondina
