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ARTICOLO 50 – SIGILLI BIBLICI (PRIMA PARTE)

8 anni fa
Franco Remondina
02 Bambino D'Oro

 

 Il Bambino D’Oro
Franco Remondina

C’è una questione su cui non smetterò mai di spiegare come sia importante: le domande. Ogni conferenza che ho tenuto, ogni richiesta di aiuto che ho avuto, ha come premessa le domande.

La mente abituale ha come caratteristica portante, come caratteristica vitale, quella di rispondere alle domande che attraverso l’ “io”, che lei ha creato, lei stessa si pone.

Il gioco della vita è truccato da questa funzione della mente abituale!

Liberarsi di questa funzione è stato nel corso dei secoli la meta desiderata, l’araba fenice, la pietra filosofale dei ricercatori di Verità.

Hanno cercato fino all’ossessione un modo per giungere alla Verità, e sono precipitati nella seconda abilità umana: manifestare ciò che contemplano!

Così sono nate le più grandi incomprensioni.

L’anello di Salomone è una di queste incomprensioni. La storia? Eccola:

Quando un demone di nome Ornias infastidisce una giovane ragazza (che è la favorita di Salomone) rubando metà della sua paga e succhiando la sua vitalità attraverso il pollice della mano destra, Salomone prega nel tempio e riceve dall’ arcangelo Michele un anello su cui è impresso il sigillo di Dio (nella forma di un esagramma con il nome di Dio inscritto) che gli consentirà di comandare i demoni. Salomone presta l’anello ad un ragazzo che, gettando l’anello contro Ornias, lo marchia con il sigillo e lo porta sotto il suo controllo. Poi Salomone ordina ad Ornias di prendere l’anello e di marchiare allo stesso modo Belzeboub, il principe dei demoni. Con Belzeboub sotto il suo comando, Salomone ha ora l’intera razza dei demoni al suo comando per costruire il tempio. Belzeboub rivela che era in precedenza il più grande angelo del cielo. Nel capitolo 18 i demoni dei 36 decani appaiono con nomi che a volte sembrano essere coscienti distorsioni dei nomi tradizionali per i decani e rivendicano alcune responsabilità, soprattutto per i vari disturbi e dolori. Essi forniscono le formule magiche con cui possono essere banditi. Ad esempio, il trentatreesimo demone è Rhyx Achoneoth, che causa mal di gola e tonsillite e può essere allontanato scrivendo la parola Leikourgos.

 

L’incontro finale tra Salomone ed il demone coinvolge un giovane servo, che viene inviato con l’anello di Salomone a prendere prigioniero un demone del vento che sta perseguitando l’Arabia. Il ragazzo tiene un otre contro il vento con l’anello di fronte ad esso, e quindi lo lega nel sacco. Il ragazzo riesce nel suo compito e ritorna con l’otre. Il demone imprigionato, Ephippas, solleva con la sua potenza una pietra angolare, ritenuta troppo grande per essere sollevata da esseri umani, e la dispone sull’entrata del tempio. Poi Ephippas e un altro demone portano fuori dal mar Rosso una miracolosa colonna fatta di una “materia viola”. Questo demone del mar Rosso si rivela come Amelouith e sostiene di essere il demone che ha sostenuto i maghi egiziani contro Mosè e che ha indurito il cuore del faraone, ma era stato preso assieme all’ egiziano e da quando il mare era tornato fermo aveva conservato il pilastro, fino all’arrivo di Epipphas, cosicché insieme avrebbero potuto sollevarlo. Segue una breve conclusione in cui si descrive come Salomone s’innamori di una donna shulamita e accetti di adorare Caivan e Moloch. Salomone accetta di sacrificarsi a loro, ma sacrifica solo il sangue di alcune locuste, semplicemente schiacciandole con la mano. Immediatamente, lo Spirito di Dio si allontana da lui e Salomone viene reso stupido. Il suo nome diventa una burla per gli esseri umani e per i demoni.

Il Testamento di Salomone presenta la regina di Saba come una strega, il che indica che l’autore aveva una consapevolezza della tradizione ebraica, la quale sostiene la stessa cosa. Salomone conclude il suo testo con un avvertimento per l’umanità.

Egli rammenta agli esseri umani di non essere come era lui, di essere consapevoli del presente e del futuro, per capire le conseguenze delle proprie azioni prima di agire.

Fino qui la storia; ma che aveva realmente fatto Salomone? Quali domande aveva posto alla sua mente abituale? La sua procedura era sostanzialmente un uso di memorie.

Credo avesse una tecnica autoipnotica basata su una variante dell’esercizio del corridoio proposto in Ritorno al Futuro, conferenza N.10.

L’uso di disegni come l’esagramma fa capire come ad un certo punto dell’operazione avesse bisogno di regolare il suo “sistema impressionale“.

In sostanza l’uso di sigilli fu una pensata che i magi di allora codificarono come uso comune nella pratica della magia.

Sigillo ha come significato: 1) Oggetto di metallo o di pietra con una faccia piana su cui sono incise lettere, stemmi o altri marchi che simboleggiano l’autorità di uno stato, di un’istituzione, di una personalità:

s. di stato, reale, diplomatico; estens. marchio impresso con un sigillo; bollo di ceralacca o di altro materiale che riporta l’impronta di un sigillo; 2) estens. Qualsiasi mezzo (nastro, fascetta, piombo ecc.) che garantisca l’integrità del contenuto di un involucro e impedisca ogni manomissione o contraffazione.

Il punto 1) dice che si “incidono“, ma noi le rendiamo “in rilievo” le nostre scritte! Vi propongo una soluzione all’enigma del sigillo di Salomone che è stato il sogno di magi di tutte le epoche.

Non disegno l’esagramma, ma credo che sappiate cos’è: è una figura composta da due triangoli equilateri che si sovrappongono; uno con la punta in alto e un lato come base, l’altro con una punta in basso e un lato in alto. La cosiddetta stella di Israele. Quella a sei punte, quella roba lì…

Le nostre scritte le possiamo scrivere a “piramide“. Per esempio la scritta nell’ovoide, davanti al seno destro sarà fatta in questo modo:

 

 

prima riga: Dio è capace di cancellare
seconda riga: ogni sintomo prodotto
terza riga: da pensieri della
quarta riga: mente abituale
quinta riga: nel corpo
sesta riga: ora

Avrete costruito il primo dei due triangoli. Quello con la punta verso il basso. E’ evidente che i due triangoli sono degli opposti! Dobbiamo costruire ora il secondo triangolo che essendo opposto al primo avrà una scritta fatta in questo modo:

 

prima riga: Vita

seconda riga: Verità, Amore

terza riga: Dio è tutto ciò che è

quarta riga: non c’è altro che Vita, Verità, Amore

 

Avrete notato che il primo triangolo ha 6 righe e il secondo ne ha 4.

Ovvio che se li sovrapponessimo avremmo una sorta di frazione: quattro/sei che divisa per due da il classico 2/3 che ben conosciamo. (l’articolo, sarà continuato, o come direbbero quelli di Hollywood: “to be continued“).

 

Franco Remondina

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