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Articolo 560-Pixel?

6 anni fa
Franco Remondina
Ultimi Articoli

Telefonata 11 febbraio 2020

… adesso sono stati messi a disposizione una serie di punti di interfaccia, che va configurata nel suo uso, perché altrimenti tu la usi disordinatamente, capito? L’interfaccia è l’interfaccia di base, ovvero, quella struttura che c’è ma che non hai mai saputo ci fosse e quello che è necessario è conoscerla e imparare a usarla. Per esempio i due toroidi a sette, quelli a sette cerchi, che sono quelli sul dito medio, sono, da un punto di vista del programma, assimilabili in informatica, al programma paint che hai nel tuo Pc per dire, pennelli e gomma, capisci? Il dito medio è associato nella disposizione fisiognomica della mano, all’equilibrio

Quello centrale

Quello centrale dei cinque, quella placca dell’interfaccia è capace di colpire un’immagine con degli spilli, sono “colpi di spillo del pensiero”, da questo punto di vista è come se fosse lo scalpello di Michelangelo che pian pianino leviga l’immagine, leviga qualsiasi cosa. Per esempio se devo spiegarvi i punti che vi ho messo a disposizione nell’interfaccia spiegando i toroidi, c’è una logica, no. Allora sono partito dal punto iniziale che era quello sulla piega dell’ascella, che è quello che ti permette di fermare un pensiero, di fermarne lo scorrere. E quindi tu il pensiero lo vedi come, una volta c’erano le pizze cinematografiche, no? Non c’era il digitale, c’era quella roba lì, la pellicola che scorreva nel proiettore, diciamo alla velocità di venti fotogrammi al secondo, in questo modo lo scorrimento dava il senso del movimento. Erano tante foto, scattate, venti in un secondo no. Comprendi?

Sì, perfettamente

Ecco, supponiamo che tu la fermi. Se tu la fermi puoi fare dei tagli e poi fare un montaggio diverso dell’evento. Quindi il primo da usare è sicuramente quello dell’ascella, io te l’ho messo per primo, vuole dire che era quello più importante. Allora, il secondo che ti ho messo era quello sulla mano. Quello è sostanzialmente una cosa che può modificare, può permetterti di prendere quel pezzo di filmato che stai osservando e modificarlo. Cioè lo trasporti nel cubo e chiedi al cubo di darti, secondo la tua intenzione, come dovrebbe essere. Ci sono delle cose che vanno imparate passo passo, perché altrimenti è un casino e quindi tu devi formattare la tua nuova intenzione, istituendo un movimento del pezzo di filmato che hai tolto. Quindi tu lo tiri su, poi sbatti gli occhi e cerchi di vedere, nel momento, come verrebbe lo scorrimento di quelle immagini, vedi lo scorrimento. Se invece tu decidi di adottare il programma paint, allora, per esempio, puoi usare quei due sul medio. Come lì puoi usare? Ieri ho cancellato una fistola dovuta a uno stafilococco, che erano anni che non andava via, abbiamo fatto quattro fotografie e l’ho cancellato. Questa è una che era venuta lì a Milano, un medico che mi ha chiesto aiuto per la mamma

Fantastico. Il fatto poi che sia un medico…

Sì, ma sai, quello che tu chiami medicina, se tu fossi vissuta seimila anni fa, ti avrebbero fornito come massimo rimedio la radice, no, o se fossi vissuta nel 1600 il salasso

Il salasso, le sanguisughe e le purghe

Se fossi vissuta in altri tempi c’era la pozione, la preghiera, rivolgerti al dio della pioggia, al dio della minchia! In ultima analisi adesso hai questa roba qui, gli antibiotici, poi i vaccini, ma è sempre una cosa priva di senso

Una roba che è sempre basata sull’idea che tu debba curare qualcosa di materiale

Sì, che esista qualcosa che non sei tu, Il che non solo è improbabile, ma da un punto di vista intellettivo è impossibile. Se tu vivessi in un mondo in cui esistono leggi che tu non possa violare, che cazzo ti ha messo al mondo a fare, Dio?

E certo, ti farebbe fare sempre la stessa cosa all’infinito, senza poterne uscire fuori

Allora siccome ‘sta roba qui è stata fatta da una Intelligenza, è l’Intelligenza che è il driver principale, e se tu parli il suo linguaggio, allora puoi rompere qualsiasi limite, perché il limite per l’Intelligenza non c’è.

E già, visto che ha potuto fare quello che ha scelto di fare

Sì, ma il limite non può esistere, perché? Per effetto della ragione dell’esclusione della montagna di causa. Lei l’ha potuto scegliere perché ha a disposizione sempre tutte le possibilità. Solo che le ha escluse, per scegliere quella che sta osservando, Quindi non c’è limite nel mondo

Bellissimo. Invece noi viviamo, generalmente, con la convinzione dei limiti. Ci sono limiti di tutti i generi, fisici, mentali, di spazio, di tempo, è un mondo basato sull’idea di limite, questo, no?

Sì, ma come tutti i mondi, no. Per esclusione del resto. Il limite certifica l’esistenza di questo mondo per esclusione di tutto il resto. Altrimenti non potresti fare nessuna esperienza. È bellissimo, ma devi capirlo.

Eh sì, ma adesso qui mi arriva la comprensione di un altro aspetto, che riguarda la separazione: se questo mondo è separato da tutto il resto, è chiaro che non posso uscire dal limite, non potrò accedere a nessun altro tipo di versione del mondo. Ma se non sono separato, posso sempre accedere a tutte le altre possibilità.

Sì, esatto, questo è il concetto. Se non ci fosse il concetto istillato dal limite, tu avresti la diversità e potresti il lunedì alzarti in un mondo in cui sei alto uno e venti e il martedì alzarti nel mondo in cui sei alto due metri. Da questo punto di vista, per una persona che non coglie l’aspetto intellettivo della creazione tale affermazione appare un’assurdità, ma non è così. Per cui il discorso dell’interfaccia, allora, il discorso dell’interfaccia viene applicato, senza che le persone lo sappiano, per esempio nei casi anoressia. L’anoressia è un atto compulsivo, gli si piazzano delle anomalie nell’interfaccia, per cui ad un certo momento lei ha uno specchio convesso o concavo. Nel caso dell’anoressia lei ha un punto focale che fa vedere l’immagine sempre più grassa di quello che è. La schiaccia e lei risulta sempre cicciona

Anche se pesa 27 chili

Esatto. Se tu rimuovi dall’interfaccia questa aberrazione, improvvisamente lei si vede uno scheletro

E si rende conto

E si rende conto. La tizia di Rimini, quando le ho modificato la faccenda, lei dice “ma sono uno scheletro”. Non si è mai vista così, ecco la faccenda della morbosità: lei diventa morbosa su un problema. La morbosità agisce sull’interfaccia e la deforma. La deforma come? L’unico modo che ha per deformarla è agire sullo stampo in modo che la trasmissione dello stampo verso il corpo dell’immagine mentale risulti apparentemente sempre grassa

Quindi la morbosità non fa altro che rinforzare costantemente quell’immagine

Sì, la struttura che è basata, diciamo, attraverso la paura del “non voglio”

Sì, più ho paura e non voglio, più penso morbosamente a quella cosa

Sì, ecco perché le persone sono in trappola, perché loro ti dicono sempre che non vogliono, no

Già, ma non volere presuppone l’esistenza della cosa che non vuoi, e più non la vuoi, più si manifesta

Esatto, la trappola scatta subito “Questa cosa non la voglio”. Ieri una mi chiama, è vent’anni che ha un problema di herpes, esordisce “io questa cosa non la voglio” Cazzo, se non la volevi, perché continui a farla? “No, ma io non la voglio”! Vabbè allora lì capisci che questa è in una fase compulsiva, alla fine le ho detto mi hai rotto il cazzo, continui a dire che tu questa cosa non la vuoi e non funziona, se bastava non volere allora ti sarebbe già passata, invece non passa, quindi la “volontà” non serve! Ma non capiva. Comunque comincio a farla, perché poi io sono paziente, le faccio fare una foto. Lei guarda la foto e, ancora prima, comincia a dire “sì, ma era già nella fase di regressione” Ti saluto, ho detto, vaffanculo, sai già tutte le tue cose, ma vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo. Che roba è?

Ma allora perché chiami, se era già in fase di regressione?!

È questa roba qui no, Il pensiero trova le scuse necessarie per negare il fatto che può essere messo da parte. Capisci?

Sì, per negare la possibilità di uscire dalla trappola

Tornando al discorso dell’uso dei toroidi, tu fermi il pensiero, poi, togli il pezzo di filmato che avevi incamerato e lo butti nel cubo e dal cubo estrai il filmato nuovo che userai per sostituire quello tolto . A questo punto avrai un attimo di sconcerto dovuto alla funzione, Tommaso, che è quella funzione che l’identità usa per tranquillizzare sé stessa con la verifica continuativa, per credere di esistere, per avere una sorta di certezza nel pensare di esistere, deve, continuamente, continuamente, continuamente ricordarsi quello che lei ha pensato dieci minuti prima, un anno prima, due anni prima, l’autoricordo, no. Lo avevo scritto nel primo libro “Autoricordo o torcicollo mentale? “ Era un modo per cercare di parlare in termini generali di questo tipo di effetto. Comunque sia, per usare il programma Pain tu devi salvare l’immagine che vuoi modificare, tu fermi comunque il filmato e su quell’evento cominci a dare dei colpi di gomma che cancellano pixel, e quindi qual è l’effetto straordinario di questo? È che se tu, con questi spilli, che sono l’equivalente della gommina di Paint, ogni colpo di spillo cancella un pixel e l’immagine si sgrana… Tuttavia c’è un problema, tu cancellando che so io, tre quattro, cinque pixel, poi dieci venti, duecento, quattrocento pixel in un filmato, ne abbassi la definizione. Allora hai presente quando tu guardi un filmato e il filmato non scorre, ha un pessimo audio, si sfoca, eccetera eccetera? Tu non lo guardi perché è fastidioso, no. Il principio generale è: abbassare la definizione rispetto allo standard che hai sempre praticato nell’autoricordo. Quindi se tu ne abbassi la definizione, in capo a pochissime volte la definizione si abbassa, se lo faccio io si abbassa assolutamente in quell’istante lì e viene considerata “non adeguata”, la tua attenzione si rifiuta di guardare quel pezzo, è come se fosse stato tolto dalla programmazione. Lì non porti più l’attenzione, è un aspetto straordinario, no?

Anche qui sfrutti il meccanismo che è quello di portare l’attenzione dove c’è qualcosa di, fra virgolette, interessante. Questo non è più interessante, questo è fastidioso

È in azione la “morbosità” ma, apposta perché tu hai la morbosità, lo vorresti vedere a una definizione se possibile più alta di quella degli altri., Se tu gli fai questa roba qua, la morbosità gira di segno, diventa morbosa riguardo alla stabilità, quindi cercherà tutte le altre cose meno che quella roba lì. Hai capito?

Sì!

La morbosità, ad un certo momento non trovando l’alta definizione, troverà rassicurante la definizione standard. E quindi quel pezzo lì, comunque vada, non lo osserva

Bellissimo!

Non so se sono riuscito a spiegarmi

Sì, sì, sì, è fantastico, perché continui a utilizzare quello che c’è ma cambiandogli segno. Quindi a quel punto diventa non all’altezza dello standard di definizione a cui sei abituato, quindi non è più guardabile perché è fastidioso

Non è più guardabile con la morbosità, perché lei pretende una “alta definizione” e se tu gli presenti una “bassa definizione” il meccanismo si inceppa…

Tant’è che quando guardi qualcosa morbosamente, la guardi nei minimi dettagli, la vuoi vedere sempre più da vicino, sempre meglio, prendi la lente, ti fai le analisi se è una malattia, vai a vedere tutto, nei minimi particolari. Questa roba qua ti abbassa completamente la definizione

Esatto, ecco, rende la definizione inadatta alla morbosità, quindi la morbosità cercherà la rassicurazione proiettandosi su un’altra cosa

Certo, che è più definita

Ma questo ti fa uscire da quel pensiero

Sì, perché è sempre il fatto di dove va l’attenzione

Esatto

Perché comunque, tu l’hai scritto nell’incipit, dopo un po’ l’attenzione si stanca e il file viene chiuso, lo rileggevo proprio ieri, il problema non c’è più perché l’attenzione si sposta e arrivederci

Sì, non è adeguato, no. Se non è adeguato alla definizione, insomma, è un formato che non può più leggere. Perché? Perché nel tuo passato la morbosità ha sempre prodotto una maggiore definizione, uno standard più alto. Se questa non produce lo standard adeguato, più alto, perché tu [lo abbassi] con i punti di scalpello, di ago, l’attenzione lo trova incongruo, no. Altrimenti dovrebbe, scusami tanto, pensa l’assurdo: lei è morbosa, no, se persiste nella sua osservazione morbosa alla fine dovrebbe andare a vedere in quei buchi che hai fatto. Che cazzo c’è in quei buchi?

Vai nell’altro spazio? Cosa c’è là dietro?

Eh, minchia! E non può farlo, altrimenti l’identità viene messa in discussione

E se lo facesse, comunque vedrebbe dell’altro

E certo che sì

Quindi, sia che rifugga da quel fotogramma perché i pixel e la definizione sono troppo bassi, sia che decida di guardarci attraverso, qualcosa cambia per forza

Ma certo, certo. Supponiamo che tu guardi quella roba lì, una volta che l’hai adeguatamente colpita con quella roba che ti ho messo a Milano, tanto per dire, no, che l’avevo messa anche a Padova. A Padova l’avevo messa semplice, poi lì l’ho messa un pochettino, anzi non un pochettino, notevolmente potenziata, perché ci sono ‘sto minchia di sette cosi, anche se io ne ho disegnati sei

Poi questo 9-7-5-3-3-3-3: 9+7+5 fa 21, 3+3+3+3 fa 12, 21+ 12 fa 33, 12 e 21 sono uno lo specchio dell’altro, c’è di tutto lì dentro!

Sì c’è di tutto! Vedo che comunque capisci tutta la faccenda

Eh, 33 come le vertebre, guarda un po’…

Bravissima, che poi in una telefonata precedente, te l’ho detto che l’unico punto d’ingresso di cui noi possiamo usufruire è quello sulla quinta dorsale

Che è la dodicesima, in realtà

È la dodicesima vertebra partendo dall’alto e la ventunesima vertebra partendo dal basso…

…partendo dal basso! Guarda un po’, 21 e 12!

Allora, non è che però possa perdermi in quelle discussioni lì

Anche perché se no dovresti spiegare quello che c’è dietro a quello che c’è dietro a quello che c’è dietro, non finisce più

Sì, altrimenti gli viene la morbosità sulla numerologia, non ha senso no, perché poi il discorso vero è che la vedrebbe alla luce di quello che lui ha imparato. La sua morbosità finirebbe per adeguarsi alle credenze che ha imparato, ma non alla comprensione.

Sì se uno ha studiato la numerologia comincia a dire “vedi, questo vuol dire…”

Eh, ma vuol dire rispetto a che cosa? Rispetto a un paradigma che è errato. Quindi la numerologia può giustificare qualsiasi cosa, ma il problema è: che tu la giustifichi non significa nulla, la rendi vera per effetto della morbosità che ci applichi sopra. Se tu togli la morbosità, allora torni al precedente, ma se continui a mantenerla, una volta operata nella modalità appena descritta, la morbosità ti farà vedere altro, perché in quei buchi …

… cosa vedrai?

Cosa vedrà, minchia?

Come sei stato pensato, l’ideale di te?

No, vedrai la memoria, vedrai che non è te, vedrai che non puoi essere tu, no. Vedrai oltre l’inganno della memoria dell’acqua in cui ti viene riproposto dalla memoria…

…vedrai oltre…

Esatto, vedrai oltre, difatti è quella roba lì

Ce lo chiedevamo ieri con Guido, ma oltre quei buchi cosa c’è?

Oltre quei buchi c’è un altro tipo di… tu vedi, oltre quei buchi… la questione è davvero interessante, oltre quei buchi tu vedi il gioco dell’identità. Ma allora, se vedi il gioco dell’identità, è un gioco. Allora, se è un gioco, prevede un altro sistema emotivo da applicarci e il ricatto della linea di sangue termina. Oltre quei buchi, poiché l’identità è cieca e sorda rispetto allo scopo per cui è stata messa qua, tu vedrai innanzitutto lo scopo. La seconda cosa, sarà qualcosa di poco percettibile all’inizio, ma il vero concetto di base è che puoi vedere anche l’ideale di te

Esatto, questo pensavo ieri, dicevo vedrai l’ideale di te, vedrai come sei stato veramente pensato, al di là di quel velo che ti dava un’immagine dovuta alle memorie, tu squarci il velo

Esatto

Squarci il velo del tempio e vai dall’altra parte. A un certo punto arriverai dove sei stato pensato dall’inizio dei tempi, quindi vedrai la tua versione ideale, come Dio ti vede

Sì, ma qual è il problema? Il problema è che lo vedi dal corpo e quindi lo vedrai come un sogno, come un aspetto irreale, perché prima di tutto, anche lì, la morbosità è fatta ed è formattata su base identitaria, quindi sulla base umana identitaria, sull’identità, perché l’abbiamo così. Ma se tu insistessi, qualcosa succede, non so come dire di più…

In ogni caso la vedi dal corpo

Esatto, perché non puoi vederla altro che così. Però ti potrebbe venire la folle idea di ritirare il programma remoto dal corpo e vedere che cosa succede, no. Se lo rimetti nello stampo, lì è una situazione complicata perché non è mai stato fatto, no. Allora dovresti poterti agganciare alla linea di sangue fino al punto dove era già stato fatto. Io non riesco a descriverlo

Perché c’è un punto dove era stato fatto

E sì, eh

Se no non potremmo farlo adesso, dici tu

Esatto, c’è un punto dove è stato fatto, mi gira la testa solo a dirtelo, è meglio se non tocco quella roba…

E lo credo, gira me di riflesso la testa, figurati a te!

Minchia Johnny… Questa è una bella telefonata, ho cercato di riassumere questa roba qui… Vediamo

Franco Remondina

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