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Articolo 674- Dio lo volle!

10 mesi fa
Franco Remondina
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Una meta-situazione indimostrabile è alla base della creazione: la tentazione di Eva.
Così come viene raccontata in Genesi 3, appare una assurdità, c’è un serpente che parla, basterebbe questo per classificarla come assurda, invece i cosiddetti padri della chiesa l’hanno trattata come fatto reale.
I serpenti che parlano non esistono!
Mettiamola così, pensate se fosse il lupo di cappuccetto rosso a raccontare alla donna «E’ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?», non avrebbe lo stesso impatto.

E’ per il fatto che è sempre stata raccontata in quel modo che ha quel potere. Secoli di  bugie raccontate come verità, costituiscono “una tradizione”, è un format di comunicazione che viene accettato a scatola chiusa.
Ha valore in quanto tradizione.


Veniamo alla domanda: cosa veramente succede in Genesi 3?
Prima di rispondere però, permettemi di fare una domanda che vi sorprenderà: Il Signore Dio ha plasmato un uomo dotato di intelligenza?
La risposta è: NO!
Leggendo, Genesi 2, 7 allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Non c’è scritto che lo dota di intelletto, solo che viene soffiato un alito di vita…
Infatti: Gn 2;16-20: 16 Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,
17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile».
19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
20 Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.

Qui sembra che ci sia un qualcosa di inverosimile: il Signore Dio ha commesso un errore!

L’uomo creato è IL GENERE, non l’individuo!
Capite bene che è così, infatti il parallelo con l’informatica viene in aiuto, se apri google non viene fuori il sito che ricerchi, devi fare una operazione ulteriore perchè compaia il sito che cerchi, devi scrivere nel serpente (l’apposita striscia adibita) il nome del sito: http://….

Metaforicamente, google viene addormentato e compare il sito che ricercavi.

E’ con questo parallelismo che si capisce.
Il sito occupa uno spazio informatico dentro il browser…

Nell’informatica è così, ma nella creazione? E’ della particolare struttura dello SPAZIO che si sta parlando, di come DEVE essere organizzata tale struttura.
E c’è una sorta di preoccupazione IMPORTANTE, anzi essenziale: QUELLA RIGUARDANTE L’ALBERO VELLA VITA:

Gn 3; 22: Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!».

Cominciamo… La storia di Genesi 2 e Genesi 3 si presta, nella descrizione dei fatti, a dei malintesi, il più grosso di questi è: qualcuno mente.

Cosa dire infatti di questo comando?
16 Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,
17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti»

In effetti sembra che abbia mentito, la donna mangia dell’albero della conoscenza del bene e del male e… NON MUORE!
Questo porta a una sconcertante constatazione: IL SERPENTE NON MENTE!
In effetti il serpente non può mentire, è quella striscia in alto, dove digiti http://….
Ci mancherebbe che menta, se scrivi un indirizzo, quando premi INVIO, quello compare. Il serpente non mente, mai!
Il signore Dio?

Anche lui non mente, il comando è rivolto al Browser (Uomo), non al “profilo utente” (donna)…

Insomma è una storia, un mito, contiene una informazione, peraltro neppure dettagliata, anzi, deficitaria.
L’informazione contenuta è quella del capovolgimento dell’albero al centro del paradiso.
Ora,se proprio devo dirlo è che ci avrebbero dovuto essere dei dettagli, invece nulla, così tocca a “dodicesima.com” rivelarli.

Si può dire che “Dio lo volle”? E’ assolutamente certo che sia così, ma vediamo innanzitutto: cosa è l’albero della vita?
E’ quella linea che passa per il centro che chiamiamo “altezza del tetraedro”:

Aplicando la divisione della circonferenza tramite il raggio, essa è divisa in 6 segmenti o corde di cerchio uguali.
Lo vedete nel disegno, ma c’è una problematica incredibile: il disegno è bidimensionale.
Se espandiamo il cerchio tridimensionalmente in una sfera, scopriamo un cosa incredibile: la sfera che contiene quel tetraedro ha un raggio di 12,727


Lo vedete, è il cerchio rosso che è più grande…
Sono le mura di Gerico!
Questo significa che pensiamo bidimensionalmente, cioè attraverso immagini, e le immagini sono bidimensionali.
Avviene un errore durante la tridimensionalizzazione.
E’ per questo che si chiama illusione, o Maya…

La Maya è quindi opera dell’Intelligenza e come tale deve essere logica, non è un errore, è un atto voluto, per separare il grano dal loglio…

Torniamo all’albero della Vita & contemporaneamente del bene e del male, ho dimostrato che ci sono 9 tetraedri in un tetraedro, con un volume che invece corrisponde a 8 tetraedri.
Vediamo la condizione iniziale

Perchè il serpente parla di “apertura degli occhi”?
Beh, è semplice, viene usata una app informatica, un programmino, la “applicazione del cristallino”, cioè una lente che capovolga il tetraedro arancio.
Così abbiamo un tetraedro vettoriale che solo la donna (l’identità che viene estratta dal genere) vede.
All’Ente Intelligenza la Maya è sempre riconoscibile e per altro non è di suo interesse, ma è quello che si aspetta dall’ identità che gli interessa.
L’intelligenza dell’identità è ignara di sè stessa, non si riconosce come parte dell’Ente Intelligenza, quindi è addetta alle credenze dell’identità…

La parabola del figliol prodigo racconta di quel figlio che si separa dal padre…
Siamo tutti figlioli che non si prodigano!

Franco Remondina

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