E’ il “Signore Dio” che esce da Eden!
Del resto non c’è nessuna altra possibilità, è l’unica Intelligenza che c’è! L’uomo?
Innanzitutto quello che viene “plasmato” con polvere del suolo, è in realtà una superficie, infatti suolo significa: suòlo s. m. [lat. sŏlum] (plur. tosc. le suola nel sign. 4 e raram. nel 3). – 1. a. La superficie del terreno (su cui si cammina o si procede e si poggia)
E c’è una ulteriore questione: non è dotato di intelligenza! Gn 2; 7 allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Non può essere dotato di intelligenza, è una superficie!
Tale superficie però viene dotata di “un alito di vita”, vedremo poi di stabilire cosa veramente significa.
La cosa interessante che dovrebbe essere notata è questa:
In Genesi 1 c’è solo “Dio”, in Genesi 2 c’è Dio (il settimo giorno) che si astiene, cioè smette di essere Dio e compare il Signore Dio, in Genesi 3 c’è solo il Signore Dio e in Genesi 4 c’è solo “il Signore”!
L’attributo chiamato “Dio”, non c’è più!
Nella storia c’è il Signore e basta.
Questa sorta di trasfigurazione è logica, come si evince da un sacco di dettagli, per esempio, c’è scritto che Dio crea OGNI TIPO DI GENERE, non crea, ad esempio, una rosa rossa, che sarebbe “una specifica rosa”, la creazione avviene per “genere”, è dal genere che si può estrarre lo specifico, non il contrario.
Il “signore Dio” è un “genere”, se fossimo in India, ci sarebbe stato scritto “Vishnù”, o “Krishna” ai tempi dei Greci ci sarebbe stato Zeus e così via, dal genere “signore Dio” viene estratto “il Signore”, cioè quel Dio specifico, infatti più avanti viene chiamato con un nome specifico, Javhè o El Shaddai, o Adonai e altri nomi, ma se ha un nome è dentro la storia, non è nei primi tre capitoli che riguardano la creazione, la storia avviene fuori da Eden, c’è il cherubino con la spada sfolgorante (una sorta di Firewall) che impedisce il ritorno.
Il cherubino è posto a Oriente di Eden.
Leggendo il terzo capitolo di Genesi, c’è questa precisazione alla fine:
Gn 3; 22: 22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!».
Sembra una frase confusa, invece basta capire cosa significa e allora tutto acquista il senso corretto.
“Ora, egli non stenda più la mano e non prenda “anche” dell’albero della vita…” significa che ha già steso la mano, cioè ha già capovolto l’albero e come risultato ha: Questa specifica Storia.
Qualora ne volesse un altra, dovrebbe di nuovo compiere l’operazione fatta, cioè capovolgere l’albero della “Conoscenza del bene e del male” e riportarlo alla condizione iniziale, quella di “albero della vita”, rifare le operazioni previste.
Insomma, abbiamo un parallelo informatico; se siamo dentro un motore di ricerca e digitiamo un sito nella striscia in alto (il serpente), una volta scritto l’indirizzo http://… e facciamo Invio, compare il sito richiesto.
A questo punto siamo dentro “la ricerca”, ovvero la storia… Ma se hai scritto e all’ultimo ci ripensi, basta tornare indietro ( < il tastino in alto a sinistra) e ripetere l’operazione. Questo è quello che c’è scritto davvero nel passo 22 di Genesi 3.
Ma quella frase implica un qualcosa di clamoroso, cioè che non c’è nessuna storia in cui si è obbligati a arrivare fino alla fine.
Franco Remondina
