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Articolo 696-Fino ad ora

3 mesi fa
Franco Remondina
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L’opera più difficile che una persona può compiere è, senza alcun dubbio, la ricerca della verità… bla bla bla…
Tutti nella storia, tutte le civiltà che ci hanno preceduto hanno cercato ma: non hanno trovato! C’è qualcosa di estremo nella verità, cioè non è possibile arrivarci se prima non metti da parte le credenze che sono comunemente accettate.
Del resto, se tutto è falso significa che sei all’estremo opposto, sei comunque riuscito nell’impresa di rendere vero il falso.
La ricerca è quindi molto limitata e le fonti di ispirazione che sono ritenute attendibili sono le “scritture”. Voglio dirvi una cosa, le scritture sono prive di qualsiasi brandello di verità.
Questo è facilmente dimostrabile: qualsiasi scrittura è stata scritta a seguito di una “tripla dissociazione”.
Ogni profeta ottiene il “dialogo con Dio” in una condizione specifica: è sempre da solo.
Questo vìola il passo

Dt 19:15
Deuteronomio 19,15
Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o di tre testimoni.


 Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni . Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». 

Ma come detto, ogni profeta è fasullo, ottiene sempre le “visioni” durante il sonno!
Per esempio oggi non si parla che della fine dei tempi grazie all’Apocalisse di Giovanni, che quella sera lì aveva mangiato pesante, molto pesante…
Tutta quella schiera di persone lì era unita da una costante autoipnosi, volevano parlare con Dio e questo li portava a precipitare dentro una tripla dissociazione verso Dio.
Mosè che vede il roveto ardente e sente le voci, da solo sul monte Oreb…
Mosè che sale sul monte Sinai da solo e che riceve le due tavole della legge…

Il sonno è il protagonista!

Compare subito in Gn 2; 21: Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.

Sono sempre passi delle “scritture” quindi non sappiamo se siano “tripla dissociazione” di qualcuno.
Per questa ragione dodicesima.com ha scelto di seguire una “ricostruzione logica”, priva del sonno e priva della condizione che era tipica dei profeti, quella di “parlare con Dio”, scegliendo un altro obiettivo: come avviene la creazione!

C’è un presupposto che differisce da quello dei profeti, cioè che la creazione sia a disposizione di tutti e che se risolvi il mistero che i profeti non hanno saputo sciogliere, essa appare logica e priva di qualsivoglia superstizione.

Non è possibile parlare discorsivamente del “tutto”, non è possibile riassumere il “tutto” apposta perchè è “tutto”, per questo il format scelto è quello di presentare il “programma creazione” in articoli, spetta a chi legge assemblare la descrizione.
E’ in questo modo che si ottiene “l’andate e moltiplicatevi”, molte descrizioni!

Veniamo al punto: cosa viene creato?
Tenete conto che non c’è assolutamente nulla, niente, Dio decide di “creare i cieli e la terra” e non c’è niente…
Bisogna rappresentarsi tale situazione e usare la logica.
Prendiamo l’inizio:

1 In principio Dio creò i cieli e la terra.
2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. 

Le scritture sono solo scritture, una semplice analisi del testo ci pone di fronte a semplici constatazioni, non c’è nulla che conosciamo!
C’è Dio che “crea”, come se fossimo certi di questa operazione, accettiamo senza alcuna esitazione che sia naturale per Dio creare, pur non sapendo nulla di Lui. 
Nessuna analisi del perchè la “creazione” venga fatta…
Ma ancora peggio è quel che pensiamo di aver chiaro sul risultato ottenuto da Dio in tale operazione…   
Pensiamo di conoscere, crediamo che la terra sia il pianeta dove viviamo, che i cieli siano quelli che vediamo, inoltre crediamo che le tenebre siano quelle che percepiamo quando siamo al buio, che l’abisso sia un qualche tipo di profondità e oltretutto diamo per scontato che esista uno “spirito” e che nel caso in questione sia “lo spirito di Dio” che compie una operazione sopra le acque…
Non è finita, Dio parla!
C’è solo Lui e parla… è da manicomio…
Che dice? Sia la luce e la luce accadde!

La luce non è certamente quello che pensiamo sia!
E c’è un ulteriore mistero, quello che viene chiamato “primo giorno”…
Sicuramente non è il giorno che pensiamo noi, tra l’altro lascia intendere che esista una “quantità” fissa, una unità che misura in giorni un certo tipo di azione.

Questa è l’analisi del testo che leggiamo come se fosse una poesiola di Natale…

La prima cosa, il primo indizio logico è che vi siano dei numeri visto l’accenno a un “primo giorno”, per cui ci rivolgiamo verso quell’aspetto numerico che è basilare, quanti possono essere i numeri?
I numeri sono e possono essere solo 9.
Ho già spiegato il perchè in termini di numeri naturali e di numeri irrazionali, l’unità divisa in questo modo: https://dodicesima.com/articolo-656-uno-e-uno/

Tuttavia c’è anche questo modo per capire che i numeri sono solo 9

Se osservate bene è la dimostrazione aritmetica del “sogno di Giacobbe” dove “vide le scale che gli angeli, prima salivano e poi scendevano”

Guardate l’ultima riga, i numeri salgono dall’1 al 9 e poi scendono 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1…

Dal punto di vista numerico ci siamo, quali altri misteri ci sono? Eehmm l’abisso e la sua faccia o superficie…
Nel primo passo ci sono due superfici, quella dell’abisso e delle acque, solo dopo aver compreso cosa significano davvero si può capire l’operazione che viene fatta e cosa viene creato.
Partiamo dunque dai dati che conosciamo, cioè che possiamo aver compreso e sottoponiamoli a verifica…
Per fare la verifica vi servono due specchi.
Tracciamo un segmento di qualsivoglia lunghezza, mettiamo di 7cm.
Stabiliamo che il segmento possa generare 1/4 di cerchio 

Del resto, se si applica la formula  Pigreco X raggio si ottiene un semicerchio e il risultato è informe e vuoto, senza significato.  

 
La definizione che Dio dà di sè stesso a Mosè è sostanzialmente quella che Lui è il Pigreco, ma oltre al passo di Esodo capitolo 3;14 ci viene in soccorso quel “Dio disse”, cioè l’onda sonora. Il suono è un onda “sferica”…

Naturalmente avendo un segmento ci deve essere, perchè avvenga “qualcosa”, almeno uno specchio.
Prendete lo specchio e mettetelo verticalmente sul segmento AB, quel che otterrete è un semicerchio, quindi ciò significa che “la terra era informe e vuota”, cioè il Pigreco 3,14 produce un NON CERCHIO.

Le superfici sono due, quindi ci vogliono due specchi con un angolo di 90°.

Vanno messi così 

Ecco, siamo arrivati al momento in cui il cerchio prende forma.
Ma soprattutto ma da un segmento ottiene un cerchio, da 1/4 di cerchio ottiene il cerchio completo.

Finalmente può dire “Sia la luce” E la luce accadde!

Già, ma cosa è la luce?
La “luce” sono i due specchi!
Voi credevate… 
Beh, consolatevi, tutti hanno creduto così… finora!  

Franco Remondina

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