Premessa: di ogni corrente, quindi di ogni pensiero, esistono due aspetti: uno denominato soggettivo ed uno denominato oggettivo. Ciò che permette la modifica, ossia il “passaggio” dal piano soggettivo a quello oggettivo è la rotazione di 180 gradi. In semplicità, ciò che accade è esattamente come quando vi guardate allo specchio: destra e sinistra sono invertite. Pertanto, se avete, ad esempio, un dolore alla spalla destra, esso si colloca, in realtà, a causa della rotazione di 180 gradi, a sinistra. La finalità di questo esercizio è di accusare l’aspetto oggettivo del pensiero di falsità.
- Immaginatevi di camminare nel buio, di fondervi in esso, perdendo i confini di quello che è il corpo.
- Fatto ciò, immaginate di vedervi di schiena e dichiarate: “é vero che nel piano soggettivo questo pensiero subiva la rotazione di 180°?”
- Poi chiedete “è vero che tra soggettivo ed oggettivo applichi una rotazione di 180°?”
- In seguito, immaginate di grattare via il pensiero che avevate scelto dalla memoria dell’acqua (nel caso di un dolore fisico, grattate via il dolore dalla parte opposta a quella nella quale lo sentite davvero, ossia dalla spalla destra a quella sinistra).

