Premessa: la comprensione di dodicesima ruota attorno alla inversione di CAUSA e CONSEGUENZA. Le persone, infatti, abitualmente, ritengono di dover emozionare in CONSEGUENZA del conseguimento di ciò che desiderano. Dodicesima, invece, esegue questo paradigma esattamente all’incontrario. Ciò significa che PRIMA avviene l’emozione e DOPO il conseguimento. Pertanto anche nell’esercizio qui di seguito proposto, si “segue” questa impostazione.

Per comprendere come si utilizza l’interfaccia del nome in questo esercizio dovete considerare che il parallelepipedo interno, ossia quello posto in orizzontale, è quello che ruota in senso anti orario per rendere meno denso i pensieri, in sostanza questa rotazione li dissolve. Al contrario, per addensarne, dovrete far girare in senso orario il medesimo parallelepipedo.
Per quanto riguarda la struttura che dodicesima ha presentato in questa conferenza, essa è composta da sue piramidi avente in comune la base (quindi avrete una piramide con “la punta” rivolta verso l’alto ed una con la punta rivolta verso il basso).
Abbiate pazienza, ma è molto difficile descrivere una figura geometrica senza che abbiate visto la conferenza. Posso solo dirvi che ciascun angolo della piramide esce dal cubo nel quale è contenuto. Di seguito un disegno esplicativo fornitoci da Francesca.
1- Scegliete il pensiero che volete togliervi. 2- Sentitevi in fondo al tunnel difrattivo. 3- Per togliere quel pensiero, dovete chiedere che la “mini piramide” che esce a destra, ruoti in senso antiorario. In questo modo, viene risucchiato il pensiero. 4- Adesso, immaginate che una di quelle “mini” piramidi, esca da dietro il vostro cervelletto, ruotando in senso anti orario. Da ultimo, chiedete l’adesso soggettivo di questa interfaccia nell’ombra.

