Premessa: prende, guarda, legge; questa è la sequenza con la quale l’INTELLIGENZA agisce. Ribadito questo concetto, la natura di “cosa” è fatta di spazio. Qualunque “cosa” esso sia, è ciò per mezzo del quale si crea tutto. Quindi, perché é così importante da essere scritto, nella BIBBIA, che la terra era “informe e vuota”? La dicitura “informe” evidenzia bene un aspetto: senza forma non c’è contemplazione, ossia, senza forma niente può esistere perché non è conoscibile. Tradotto: come fareste a sapere che è una sedia se non ha la forma di una sedia?
E “vuota”? Il termine “vuota” indica che non vi erano ancora pensieri depositati, quindi niente era ancora iniziato.
Ritornando alla questione dello SPAZIO, la domanda è questa: cosa rende “vero” uno SPAZIO? La risposta è molto semplice: la verifica continuativa, ossia l’inerzia che continua a proporre la stessa esperienza degli stessi pensieri. Ma non solo, per far sì che un pensiero sia “VIVO”, la verifica di tale pensiero deve essere “copiata” sulla superficie lunare. (a tale proposito, si può ritornare a visionare il DVD di Pigozzo “Sole e Luna” dell’agosto 2020). Ad ogni modo, come sempre, per chi volesse ulteriori dettagli, rimando alla visione dell’incontro odierno.
- Iniziate, come nel caso del precedente esercizio, col porre le domande: ma questo spazio, è davvero questo spazio? (oppure ci sono altre che potete usare, quali: Lo spazio di questa interfaccia, è davvero lo spazio di questa interfaccia? Lo spazio che c’è all’interno della mia verifica è davvero questo spazio? Lo spazio di questa registrazione è davvero questa registrazione? Lo spazio di questa luce è davvero questa luce?)
- Qualunque domanda voi poniate, la dovete porre fino a sentire il formicolio sulle gambe e, poi, a salire, fino allo spazio tra naso e bocca.
- Quando il formicolio/fresco/brezza vi arriva tra naso e bocca, inghiottitelo.
- Fatto ciò, mandate in memoria il fatto che l’avete inghiottito sullo SPAZIO della luna. Ora, dallo SPAZIO della luna, rimandatelo al vostro SPAZIO qui.

