Premessa: l’esercizio che segue narra, sulla linea di quanto esposto negli esercizi della precedente conferenza (Pavimentazioni – S. Fior – 13.10.2019), include una spiegazione aggiuntiva il cui comune denominatore è l’auto ricordo; sia esso derivante dall’identità sia esso derivante dalla testimonianza derivante da altre identità.
Da ciò ne consegue che sia necessario porre nell’esagono azzurro non semplicemente lo spazio esagonale derivante dalla voce del pensiero, ma anche l’auto ricordo derivante dall’identità o derivante dalla testimonianza derivante da altre identità.
1- Innanzitutto, dopo aver fatto una foto, dovete identificare la voce del pensiero, il suo tono, il genere sessuale e la lingua parlata (può darsi che essa non vi sia comprensibile o vi risulti come un miscuglio di lingue).
2- Una volta fatto ciò, dovrete pensare ad un esagono azzurro. Quindi, ponete all’interno di esso tutti i byte di memoria – ossia tutte le unità di spazio esagonale della voce del pensiero.
3- Fatta questa operazione, essa va ripetuta ponendo all’interno dell’esagono l’auto ricordo che voi avete di voi stessi.
4- Adesso, ripetete nuovamente l’ultimo passaggio, ponendo al’interno dell’esagono, l’auto ricordo derivante dalla testimonianza delle persone che vi hanno visto e che, per via di ciò, vi ricordano con quel problema.
5- Eseguiti questi tre passaggi, essi sono da riproporre nella medesima metodologia, eseguendoli, però, sentendovi il fuori di voi, lo spazio, l’intelligenza. Solo in questo modo, siete in grado di saturare lo spazio con la possibilità di un “intervallo”. L’operazione va, dunque, eseguita 6 VOLTE IN TUTTO; 3 da “dentro” e 3 da “fuori”.
6- Finite questi sei passaggi, sbattete gli occhi, pensate giallo ed asserite: “E’ vero che lo spazio che era stato ritenuto vero, è stato dichiarato falso?”
7- Ora, una volta sbattuto gli occhi, pensate ad una scritta blu: INTERVALLO ed effettuate una seconda foto. Ripetete questo ultimo passaggio (punti 6 punti 7) altre 3 VOLTE.

