Premessa: è di fondamentale importanza comprendere la differenza tra dentro e fuori; so che, espressa così possa sembrare una banalità, tuttavia non lo è.
In dodicesima, il “dentro” è il prodotto del “fuori”; ossia lo spazio occupato dal corpo è il frutto dello stampo. Lo stampo, esattamente come per qualsiasi “statuetta”, ha il compito di “tenere assieme” il materiale che vi viene colato all’interno (in questo caso ad essere “tenuto assieme” è il corpo fisico).
Per via della spiegazione di cui sopra, ciò che si evince è che la eventuali escrescenze o, ad ogni modo, imperfezioni, presenti sul corpo fisico, sono il frutto di qualcosa di imperfetto che avviene (ossia viene a crearsi) nello stampo.
A margine di ciò, è necessario anche sottolineare il differente utilizzo che dodicesima attua nei confronti del campo emotivo. Dodicesima, infatti, fornisce un paradigma totalmente inverso rispetto all’usuale: dovete ripagare una situazione ed il suo relativo opposto (il bene di testa ed il male di testa) nello stesso identico modo; incazzandovi.
Questo procedimento fornisce, essendo una première in termini emotivi ed intellettivi, lo sradicamento sia del transfert che della verifica che il transfert andava a fare di sé stesso attraverso di voi.
1- Innanzitutto sentitevi nello stampo. Quando siete nello stampo, ossia nel “fuori di voi”, accendete il toroide (vedi conferenza “Stampo” Pigozzo 22.12.2019)
2- Dallo stampo apponete un filtro arancio nei fotogrammi che compongono l’auto ricordo di voi stessi (non cercate di “collocare” questi fotogrammi in uno spazio “preciso”, semplicemente abbiate l’intento).
3- Ora, poiché il transfert aveva una sua linea di tempo ed una sua montagna di causa in termini di verifica, pensate di apporre il filtro arancione anche sullo spazio occupato da essi.
4- Adesso, sbattete gli occhi e pensate ad una lastra di ghiaccio opaca. DAL PUNTO DI VISTA DEL CORPO – quindi ora sentitevi nel corpo – osservate lo stampo tramite il filtro arancione che avete appena messo ed esprimete l’intenzione di fotografare quello che c’è nello stampo. (eseguite poi “realmente” una seconda foto per osservare quello che c’è adesso e non quello che c’è in rapporto a quello che c’era prima).
5- Pertanto usate la rabbia, ripagate emotivamente la scomparsa del transfert, come ripagavate la presenza del transfert.
6- Sbattete gli occhi e pensate a quell’arancione, poi incazzatevi nuovamente, effettuate un’altra fotografia, poi sbattete gli occhi e pensate ad una lastra di ghiaccio bianca. Fate un’ultima foto.

