Premessa: in questa conferenza viene presentata l’interfaccia del clock, ossia quella inerente alla percezione dello scorrere del tempo così come ve lo ha presentato la vostra linea di sangue. Tale interfaccia è composta da un cubo nero (ovviamente può essere di colore blu scuro, grigio scuro, antracite…) sotto il quale, in ogni angolo del suddetto cubo nero, vi è un cubo giallo.
Ricapitolando, dunque, si tratta di un ammontare complessivo di 5 cubi in totale (quello nero e i restanti quattro – uno per ogni angolo del cubo nero – gialli).
Nel caso in qui questa spiegazione non fosse chiara, rimando alla visione del DVD “Nebbie di Avalon”.
La questione essenziale è l’ombra: l’unico modo attualmente possibile per “lasciare di qua dal tunnel” la vostra ombra è utilizzando l’interfaccia del clock.
- Chiudete gli occhi e create il vostro tunnel difrattivo; fate la vostra dichiarazione d’amore all’Intelligenza e sentitevi l’Intelligenza stessa.
- Chiedete all’Intelligenza di osservare il vostro corpo ed il vostro stampo attraverso il tunnel.
- Ora, eseguite l’operazione Giano bifronte: osservate, ricordando sempre che siete Intelligenza, il vostro stampo compenetrare nel vostro corpo all’incontrario. (In questo modo, gli occhi del vostro corpo guarderanno davanti, gli occhi del vostro stampo dietro.)
- Adesso, chiedete che stampo e corpo camminino, ognuno nella propria direzione, in questo modo vi sarà una impossibilità che il sistema (la linea di sangue) identifichi un unico voi (perché rileverà i movimenti del corpo e dello stampo come disgiunti l’uno dall’altro, verrete in sostanza trasportati fuori dall’abituale spazio tetraedrico).
- Quindi, chiedete all’Intelligenza, di usare l’interfaccia presentata nella premessa.
- Fate prendere all’intelligenza il difetto od il pensiero che volete eliminare (sia su di voi che su qualcun’altro è irrilevante) e chiedete che esso venga portato avanti 100 anni.
- Chiedete, dunque, l’adesso della percezione in rapporto al tempo della vostra identità; chiedete, poi, l’adesso della vostra ombra in rapporto allo spazio che c’è.

