Premessa: l’aspetto principale è SEMPRE la verifica; il “fuori” non esiste, quello che, tutt’al più esiste è la “conseguenza”. Ma, anche questa conseguenza, non è reale, è solo il “frutto” di quello che avevate deciso di verificare. In sostanza, la “conseguenza” è il ricordato della verifica che intendete fare.
Ecco perché, nell’esercizio proposto qui di seguito, è necessario “ridare la monetina”. In questo caso, ovviamente, COLEI che effettua l’operazione è l’INTELLIGENZA.
Quando voi eseguite la dichiarazione d’amore verso l’INTELLIGENZA, dovete sempre sentirvi di là dal tunnel, senza questa collocazione, senza che vi “dissociate” non potete sentirvi l’INTELLIGENZA. Per essere più precisi, non ditele semplicemente “sì” in risposta alla sua domanda “mi ami?”; ditele “sì” seguito da un avverbio (immensamente, infinitamente, dolcemente, teneramente…).
1- Ad occhi chiusi, sentitevi in fondo al tunnel difrattivo, sentitevi l’INTELLIGENZA che osserva voi in qualità di “stampo”, “ombra” e “corpo”.
2- Fatele quella dichiarazione d’amore, dicendole che la amate “infinitamente”.
3- Chiedete che l’INTELLIGENZA prenda una monetina di rame (vera od immaginaria non è rilevante) e chiedete che l’INTELLIGENZA rimandi indietro alla memoria dalla quale avevate preso il pensiero, la monetina stessa.
4- A questo punto chiedete che l’INTELLIGENZA scriva nella vostra ombra l’adesso dello spazio e del tempo di voi stessi.
5- Adesso, l’INTELLIGENZA rimanderà la monetina alla “funzione” auto ricordo del pensiero. Poi chiedete, nuovamente,che l’INTELLIGENZA scriva nella vostra ombra l’adesso dello spazio e del tempo di voi stessi.
6- Ora, mettete la monetina, sempre in qualità di INTELLIGENZA, sul pensiero stesso (se fosse un luogo fisico, ove possibile, applicatela realmente). Fatto ciò, che l’INTELLIGENZA scriva nella vostra ombra l’adesso dello spazio e del tempo di voi stessi.

