Fiabe Meravigliose II
Annalaura Remondina
C’erano una volta, due bachi da seta che, morbidamente, se ne stavano su un grande gelso, in una giornata di fine maggio. Le loro bocche affamate erano appena state allietate da grandi foglie profumate e rigogliose.
Mentre se ne stavano a conversare molto tranquillamente, videro un piccolo scoiattolo avvicinarsi verso di loro.
“Scusate l’intrusione, sapresti dirmi perché avete preso possesso di quest’albero e, in particolar modo, di questo ramo?” chiese lo scoiattolo.
“E’ un gelso e noi, per unico cibo, abbiamo le sue foglie” dissero senza nemmeno alzarsi, i due bachi.
“Sì, va bene, ma, vedete, questo ramo era mio; in quella piccolo cavità ci avevo nascosto anche un po’ di provviste per la mia famiglia e per i miei cuccioli” disse lo scoiattolo.
“Quindi cosa dovremmo fare a tuo parere?” chiesero i due bachi aprendo appena appena gli occhi e guardandolo.
“Credo che dovreste andarvene su un altro ramo; qui le foglie sono verdi tanto quanto sul ramo qui a fianco e non penso sia un problema per voi” disse lo scoiattolo
“Dal nostro punto di vista nemmeno per te sarebbe un problema spostarti sull’altro ramo” disse uno dei due bachi
“Anzi, tu sei persino più veloce; noi arriveremmo a quel ramo già nel bozzolo” precisò l’altro che se ne era stato in silenzio.
“Cosa ne dite se chiamassimo in causa l’albero stesso? Lui potrebbe darci la sua opinione e, essendo lui la nostra casa, dovremmo dargli retta” disse saggiamente lo scoiattolo.
“E così sia” dissero allora i bruchi.
Lo scoiattolo scese giù, fino alle radici, dove si trovava il cuore dell’albero e gli espose la questione chiedendogli, ovviamente, se poteva essere usato come giudice. L’albero, per quanto poco ne sapesse di come di dovevano dividere i rami tra bachi e scoiattoli, disse: “Nessuno può giudicare come propria una cosa che non è sua e, in questo caso, nessuno di voi ha la capacità di esercitare questo diritto. I miei rami sono a disposizione di chi li vive e, soprattutto, di chi li rispetta. Dal vostro comportamento non capisco chi dei due dovrei aiutare”
“Non vi chiedo nessun aiuto, signor albero” disse il giovane scoiattolo “ma solo di poter condividere con quei due bachi da seta il ramo dove ero solito vivere”
L’albero socchiuse gli occhi appena appena, quel tanto che basta per vedere bene l’anima e il cuore di chi si ha davanti, e disse: “Sia come hai detto tu: se è vero che i miei rami non sono ne tuoi né loro, è anche vero che non è nemmeno mia la terra su cui ho fatto crescere le mie radici” disse l’albero allo scoiattolo.
Arrampicandosi nuovamente per il lungo tronco, sulla nodosa corteccia, lo scoiattolo disse ai bachi quanto aveva deciso l’albero. Tutti e tre ne furono soddisfatti e capirono, proprio come aveva detto l’albero, che nulla può esser definito nostro, nemmeno la Vita, perché anche essa è un dono e ciascuno di noi è semplicemente un modo attraverso il quale la Vita si esprime…

