Perchè nei primi tre capitoli di Genesi, il primo capitolo finisce in Genesi 2 e perchè Genesi 3 comincia in realtà in Genesi 2?
E’ una domanda essenziale per giungere a comprendere la “magia”.
Dovete chiaramente conoscere i primi tre capitoli di Genesi per poter riassumere a voi stessi chi, come, dove e perché sta compiendo quella operazione di creazione.
Nella struttura di quei tre capitoli è evidenziata la “Condizione necessaria e sufficiente” riguardo alla Maya, cioè come avviene la realtà.
E’ qualcosa di straordinario!
La “realtà” si manifesta e può manifestarsi solo soddisfacendo una “condizione sufficiente e necessaria”.
In logica matematica questo tipo di condizione è sostanzialmente di tre tipi:
1) condizione sufficiente: introdotta da “Se”, per esempio: “Se il vaso cade, allora si rompe”;
2) condizione necessaria: introdotta da “Solamente”, per esempio: “Solamente se il vaso cade, si rompe”;
3) condizione necessaria e sufficiente: introdotta da “Se e solo se”, per esempio “Se e solo se il vaso cade, si rompe”.
Ovvio che nella Bibbia non è scritta cosi, ma come vedrete è la condizione numero 3 che è implicata!
In Genesi 1, viene mostrato “come” l’ESSERE crea qualsivoglia pensiero, tramite il “dare un nome”, il “potere del nome” permette di riconoscere la diversità. Lo schema è “sia la luce” ==> “e la luce fu”.
Ma se avesse detto “sia la nebbia” ==> ” e la nebbia fu”.
Questo lo fate ogni momento, è il potere del nome che genera la diversità. Così fino al versetto finale di genesi 1: 31
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Come sapete che è come cerco di spiegarvi?
E’ evidente in sè, Genesi 2: 1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.
Cosa sono le schiere?
Scommetto che non vi siete mai chiesti una roba così! Cosa si intende per: “tutte le loro schiere”?
Se siete davanti al Pc e aprite un documento di word o di qualsiasi altro genere, le schiere sono le impostazioni di base, preimpostate, la formattazione del documento, spaziatura, margine sinistro, il carattere preimpostato, i paragrafi etc etc..
Quindi, il programma è stato pre-formattato.
Dove si capisce che questa sia la “condizione sufficiente” di cui si parla? Nella relazione di causa-effetto che segue: Genesi 2;2-3
2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro.3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.
Notate quel “allora”? Significa sostanzialmente che poichè le modifiche sono state salvate nella cartella di file, esse rimangono “condizionanti”, cioè ogni volta che quel documento verrà aperto, presenterà quel carattere di scrittura, quella spaziatura etc etc..
7 allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato.
E’ chiaro che il ” Signore Dio” plasmi con polvere del suolo, ovviamente è vincolante, le formattazioni salvate sono quelle e anche il documento è lo stesso. I due capitoli sono un unicum… hanno lo stesso suolo. La relazione di causa effetto è clamorosamente mostrata in quel “allora” e subito dopo da “Poi”…
Ma c’è una roba davvero incredibile nel passo immediatamente successivo: 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il neretto illustra che persino il linguaggio usato è adeguato allo scopo prefissato: una storia dentro la storia.
E’ una sorta di istruzione implicita, una “condizione sufficiente”, visto che la ritroveremo in genesi 3…
La sequenza del testo diventa un incalzante sequenza “allora”==>”poi”…
Ma quel che sfugge è che: è l’uomo che pronuncia l’ultimo “allora” di Genesi 2. Non c’è scritto da nessuna parte che l’uomo si sia svegliato dal torpore, tuttavia, per la prima volta, l’uomo parla!
Genesi 3 è l’illustrazione della condizione sufficiente e necessaria all’opera:
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E’ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,
3 ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!
5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
6 Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.
7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Intrecciarono foglie di fico???
Che cavolo è?
E’ l’inizio della storia dentro una storia. Agiscono come entità autonome. L’intera sequenza del “senso di colpa” è sostanzialmente la condizione prevista per ottenere la “storia dentro una storia”, l’uomo e la donna sono diventati “causa”, hanno assunto la “condizione necessaria e sufficiente”,
se l’albero diventa “buono da mangiare e gradito agli occhi”, solamente se diventa cosi, viene soddisfatta la condizione sufficiente e necessaria.
Le foglie di fico sono un tipo di carattere, una formattazione…
E’ come se nell’Eden si usasse il carattere “arial” e Adamo e Eva usassero “new times roman”, non appartengono più al luogo della “tentata azione”, infatti:
Gn 3,22-24
22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!».
23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto.
24 Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.
I cherubini sono la formattazione del processo condizionante della condizione necessaria e sufficiente!
La storia dentro la storia è diventata vera!