Il capitolo 3 di Esodo contiene quel passo 14 che rappresenta un qualcosa di veramente peculiare:
Es 3, 13-15
13 Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?”. 14 Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”. Poi disse: “Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi”. 15 Dio aggiunse a Mosè: “Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Dove avviene? La Bibbia dice che avviene “sul monte di Dio”, infatti comincia cosi:
Es 3, 1-6
1 Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2 L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3 Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. 4 Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. 5 Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!”.6 E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.
La prima cosa che uno si chiede è: “Perchè quello è il monte di Dio?”
La domanda è legittima, quello è il monte del “roveto ardente”, ma perchè Dio dovrebbe trovarsi su un monte? E perchè l’Oreb, che differenza c’è tra l’Ore e il monte Sinai?
Solo rispondendo a queste domande si può giungere alla decifrazione del messaggio che il mito ha tenuto nascosto finora.
Ma ci arriviamo…
Però c’è in Gn 3,14 quella risposta: 14 Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”, una risposta sorprendente, ma soprattutto una menzogna.
L’Intelligenza non è!
Quindi Dio sta mentendo? Cosi come viene detta, assolutamente si. L’ Intelligenza è il solo dei quattro enti, Vita, Intelligenza, Spirito, Acqua, che per essere DEVE fare, se l’Intelligenza non fa alcuna attività, non è, o meglio, viene registrata dallo Spirito nella memoria dell’acqua, grazie alla Vita, L’ASSENZA DI QUALSIASI ATTIVITA’ DELL’INTELLIGENZA.
Quindi per “essere” l’Intelligenza deve fare. Se non fa, non è.
Perchè allora quella menzogna? Dovreste saperlo, tutti i mistici del mondo dicono che la realtà è una illusione, quindi una balla, ecco!
Del resto se dicesse la verità, non ci sarebbe l’Illusione e allora il discorso del Pigreco, il 3,14 a cosa servirebbe?
Che indizio sarebbe?
La risposta dell’Intelligenza è quindi anche un indizio delle “IMPOSTAZIONI” con cui l’ Intelligenza agisce e opera per “essere”. Non è un indizio da poco. Per rendere meno telegrafica l’esposizione prendo a spunto la trascrizione di una telefonata:
Telefonata 10 febbraio 2022
Il contesto della vicenda è che devi vivere la cosa dal punto di vista dell’Intelligenza. Ora l’Intelligenza non ha interfaccia, quindi qual è il suo scopo, a quale scopo viene plasmato il Frattale? Lo scopo è vivere il mondo delle interfacce, no?
Sì, perché lei non le ha
Sì, almeno il mondo del frattale le toglie dalle palle la questione dell’infinità di se stessa. Due cose non può fare, l’ho detto parecchie volte: non può vedersi tutta, perché è impossibile e non può vedere la sua assenza, cioè il nulla.. non lo può vedere perché il nulla è inconcepibile, anzi, è l’assenza dell’esistenza della Sua attività.
E il Tutto non lo può vedere lo stesso, perché non c’è un punto di osservazione da cui guardarlo
Esatto. Lei può guardare il Tutto sempre per effetto di qualsivoglia pi greco
Se non c’è quello, non c’è una prospettiva
Quindi il centro del Tutto è sempre dove lei applica il pi greco, stabilendo la sua distanza dall’interfaccia che lei stessa crea. La cosa è sorprendente
In maniera frattale lo facciamo anche noi, no?
No, un momento, in maniera frattale tu lo fai ma, come per il due, non è che divide l’uno a metà, il due è l’interfaccia emanata attraverso il pi greco di un due ipotetico registrato nell’Acqua, ma che non esiste. Così il tre, così le diecimila cose. Peraltro, l’Intelligenza non ha creato lo spazio, lo spazio è nell’Acqua, è quello il problema. Quindi l’Intelligenza vede se’ stessa nell’Acqua. Quindi hai un problema
Chi ha creato lo spazio e l’Acqua?
No, quello è poco rilevante perché non possiamo saperlo, perché quello che si può sapere è arrivare fino alla prima registrazione. La nascita dell’Acqua dello Spirito e della Vita non è possibile vederle, perché non c’era il testimone a farlo. È un grande casino, è per questo che il mondo delle interfacce è un mondo dove c’è solamente il ricordato, in base al pi greco, ovviamente. Il pi greco ha la tua inerzia, questo è interessante
Perché potrebbe non spostarsi, rimanere nella stessa relazione centro-circonferenza?
Sì, quello è il tuo ambito, no? Allora, una cosa interessante, per esempio, quando ti dico tu devi rivoltare, qual è il pi greco nel rivoltare un’interfaccia?
Fai diventare la circonferenza il centro? Ribalti?
Lì, secondo il pi greco, supponiamo che il raggio sia 5, fai 5×5 x3.14 e ottieni l’area. L’unica cosa che rimane costante è il pi greco
E vale per qualsiasi dimensione
Sì, puoi vederla più piccola o più grande a seconda del tuo avvicinamento, no? Se lo porti proprio vicino all’occhio sembra grande, quello spazio, se tu lo vedi là in fondo non lo noti no?
Questo è il senso dell’ispezione. Cos’hai lì sul tavolino?
Delle biglie di vetro
Oh, che coglioni le biglie di vetro! Comunque sia non fa niente, supponiamo che io riduca, che io voglia vedere un rimpicciolimento, che cosa farò? Fermo restando che il pi greco rimane uguale, dovrò per vederla più piccola allontanarmi. Prendi una biglia, un secondo…. Che succede alla biglia?
Si è rimpicciolita e si è scurita
Si rimpicciolirà ancora. Avrai delle biglie uguali, no?
Ne ho una uguale in mano, quella è molto più piccola e più scura anche
Sì, non si vede più, perché allontanandoti la vedi ricostruita nella tua immaginazione, ma non è quella biglia
Fantastico! Quindi spostando il punto di osservazione fra virgolette…
Sì, se tu la guardassi da dieci metri, allora lei diminuirebbe e diventerebbe piccola rispetto a quella che puoi vedere a quaranta centimetri dalla tua mano, no? Va bene, un secondo… si ingrandisce?
Sìììì! Oh Madonna!
E sarà più grande dell’altra
Sì, adesso è più grande dell’altra! Ho fatto una foto fantastica!
La cosa grave è che fai le fotografie! Cogli l’essenza invece dell’effetto, no! Ragazzi…
Sì… stavo pensando è che essendo una illusione, noi pensiamo di allontanarci e di avvicinarci, ma non è questo. Il fatto di vedere un oggetto più piccolo o più grande è l’effetto del cambiamento del rapporto….
Del rapporto che c’è tra la tua sfera, come Intelligenza, di osservazione. Se ti rimpicciolisci l’oggetto diventa grande, capito?
Sì, sì
Se tu ti ingrandisci, l’oggetto diventa piccolo. È solo se rimani vincolato al pensarti nel corpo dell’identità che scegli l’immutabilità. Perché il pi greco rimane immutabile, ma ciò che cambia è la porzione di rapporto che c’è fra te e quella interfaccia
Quindi non c’è una distanza
No, non esiste la distanza
Era questo che mi stava arrivando prima, non c’è quello che noi percepiamo come spazio
No, tu non puoi percepire lo spazio, tu puoi percepire le interfacce nello spazio. Ma mi sembra di averlo già detto anche negli articoli di “Spazio”. È quella roba lì.
Noi invece tendiamo a mantenere il rapporto immutato
Perché è quello che tu hai decretato di tua appartenenza per via dell’inerzia, no? Quindi quanto è grande il mondo? Il mondo è grande perché tu sei piccolo
Quindi dipende dal rapporto con la tua sfera di osservazione… Come fai a guardare il mondo nello stesso modo, dopo…
Non è più possibile, questo è certo, è certissimo, anzi
È un filmato
È un super filmato
E tu credi che sia là
No, lui è là, il problema è: tu dove sei? Una volta che tu la vedi dal punto di vista dell’Intelligenza la cosa è interessante. Il mondo delle interfacce è particolare, è davvero particolare. Se tu pensi alle interfacce in sé, allora ragionandole in quei termini lì le cose possono cambiare
È quello che dicevi delle tavole, c’è una continua ricombinazione
Certo, la tavola noi la vediamo ferma nella sua configurazione iniziale, ma in realtà è sempre in movimento. Perché? Perché le interfacce poi le devi gestire tu nella tua inerzia
Vedere il movimento delle tavole è pazzesco, è una ricombinazione continua… mamma mia… è un continuo movimento… poi noi lo fissiamo, lo manteniamo stabile con l’inerzia…
Noi facciamo dell’inerzia il nostro feticcio, ma è una versione particolarissima
L’inerzia in qualche modo ci dà la possibilità di fare un’esperienza, le interfacce ti danno la possibilità di delimitare una versione, se no saresti continuamente in uno stato fluido di percezione. L’Intelligenza come farebbe a fare un’esperienza se non avesse una stabilità almeno temporanea?
No, te l’ho detto, la condizione di stabilità è data dalla invariabilità del cerchio che tu hai imparato ad usare quindi puoi vederti solamente come zona di comfort lì dentro. La conosci bene, non ti provoca alcun disturbo perché ha un senso di stabilità, ma soprattutto ha un senso che tu non vedi, dove tu ti puoi considerare “finito”
Compiuto, delimitato
Sì, limitato, compiuto, visibile, integrato. Sei integrato perché ovviamente, nella tua cosa, vedi condensato l’operato dello Spirito, della Vita, dell’Acqua e dell’Intelligenza stessa. Quindi è proprio un sogno, un’illusione. Se non puoi vedere chi sei, tanto vale che tu riesca a vedere quello che credi di essere
Perché comunque qualcosa hai bisogno di vedere. A quel punto accetti anche di vederti imperfetto, pur di vederti.
Certo
Prevale il bisogno di mantenere la presenza, rispetto al rischio di perdita, di disintegrazione
Sì, al rischio di dover affrontare il problema. È meglio non affrontare il problema e giocare così, tanto prima o dopo la soluzione arriva.
Beh prima o dopo arriva sicuro, crepi…
Sei una Intelligenza infinita. Anche se quello lì è un problemaccio, perché non vedere… però visto Dodicesima cosa gli ha risposto, lo ha messo di fronte alla relazione che lui determina con se stesso, che comunque sia non ha senso conoscere il Tutto, se il Tutto è esattamente quello che già lui vede, che l’Intelligenza vede. Cos’è che gli fa pensare che la memoria dell’Acqua, dove lui si vede, sia se stesso? Questo è il problema
Già… perché dovrebbe riconoscere che è se stesso?
Lui può conoscere la sua attività, ma di sé stesso non può conoscere la Vita, perché è infinita, lo Spirito perché anch’esso deve essere infinito per poter registrare, è una questione di scala. di grandezza. La memoria dell’Acqua deve essere infinita, altrimenti non ha senso, l’Acqua sarebbe insufficiente, lo Spirito potrebbe non copiare qualcosa che succede e la Vita potrebbe avere un pezzo dove non c’è, non è possibile
È infinita e onnipotente, in grado di registrare qualsiasi cosa
Esattamente
E lo Spirito anche, deve essere in grado di registrare qualsiasi cosa
Sì, certo. Ma pensa la disponibilità della Vita a poter essere infusa nella memoria dell’Acqua, nello Spirito, nell’Intelligenza. Che roba imbarazzante, che roba incredibile, inconcepibile…
Franco Remondina