L’evidenza logica, nella lettura di un testo, deve essere manifesta.
Questo è assiomatico.
Un triangolo, dice l’assioma, ha all’interno della sua figura tre angoli. E’ evidenza logica, non può avere quattro angoli, pena non essere più un triangolo.
In Genesi esiste questa evidenza logica?
Sicuramente!
Il punto è che chi legge può NON ricercarla per motivazioni proprie.
Infatti, le religioni hanno imposto un punto di vista dogmatico.
Cosa è un dogma? E’ un sostantivo maschile:
Principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione: proclamare un d.; part., nella teologia cattolica, verità rivelata da Dio o definita dalla Chiesa come tale, imposta ai credenti come articolo di fede.
Per capire quel che leggi, esso deve essere logico, rispettare il causa-effetto, se non lo fa può apparire falso o dogmatico. Sinonimia?
Oh sì, altroché…
Purtroppo per i preti, Genesi 3 è veramente logica, sono loro a non averci capito una mazza.
Dal punto di comprensione di “dodicesima.com“, la cosiddetta “tentazione” DEVE portare al “tentativo” o alla “rinuncia”, non ci sono altre possibilità.
Torniamo al punto:
Genesi 3
1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». 6 Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. 7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Il primo passo contiene una precisazione che pare una inesattezza, il verbo “disse”.
Che senso ha usare quel verbo?
Dopo “Egli disse alla donna…”, quella che segue è una domanda, a rigor di logica grammaticale quindi, il verbo corretto sarebbe stato: “Egli chiese alla donna”, invece viene usato il verbo “disse” il che significa che il “serpente” (vortice di pensiero) era privo di intenzione, era in sostanza una recita, come un foglietto di istruzioni, era un pensiero già completo.
E’ un punto difficile da spiegare, il “vortice di pensiero” conteneva quella domanda!
Eva, o “la donna”, la vista interna, osserva il pensiero e ci trova quella domanda.
Non è il serpente a chiedere, non può farlo, il serpente non ha possibilità di “vita propria”, di volontà propria… è come un rullo del carillon, può suonare solo le note che sono impresse sul rullo…
Quindi, la “vista interna” osserva la domanda e muove la coscienza!
Dov’è Adamo? La “vista esterna”? E perché lui è chiamato “vista esterna”, mentre Eva è chiamata “vista interna”?
In Genesi 2,20-23 c’è la spiegazione:
20 Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. 23 Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta».
E’ il concetto di interno che viene proclamato: le due viste sono una sola vista, Adamo, con l’incapacità di vivere un pensiero, potendo solo osservarlo, aveva bisogno di un “aiuto”, il passo 20 lo dice chiaramente.
L’uso del linguaggio entra specificamente nella conversione dello spazio in densità:
23 Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne.
Notate che ora finalmente si può vivere un vortice di pensiero perché quella “vista” può, attraverso un processo di conversione di spazio, adeguarsi alla densità del vortice osservato.
Del resto è “la donna” a fare l’esperienza della densità del serpente, lei e solo lei può schiacciargli la testa col calcagno, e lei e solo lei può venirne insidiata:
Genesi 3,14-15; 14 Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.15 Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Mmmmh notate cosa dice?
Il vortice di pensiero “e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.” consuma Adamo (fatto di argilla) strisciandogli addosso? Dunque, non è come dice la chiesa, che per colpa della donna abbiamo peccato e siamo colpevoli: dice che attraverso la comprensione de “la donna” (vista interna) possiamo schiacciare la testa del pensiero. Non avere decadimento!
Ma allora, cosa è e in cosa consiste la tentazione? La donna aziona per la prima volta nella coscienza i convertitori di spazio, ovvero i sensi fisici. La tentazione è l’annuncio dell’avvenuta installazione della nuova App… Infatti, la “mela” viene ingoiata!
Franco Remondina