A questo punto della sintesi logica che viene proposta da “dodicesima.com“, un chiarimento riguardo a cosa realmente sia l’albero situato al centro del giardino dell’Eden si impone. Innanzitutto la domanda: perchè è al centro?
Una simile indicazione è indizio basilare, significa che quel luogo (o spazio) è stato mappato e ha un centro. Tecnicamente, significa altresì che chi lo ha mappato sia intelligente….
Ecco allora la risposta: l’albero al centro dell’Eden è SIMULTANEAMENTE l’albero della VITA e l’albero del BENE E DEL MALE.
La domanda mancante è questa: la Vita di Chi? O se volete, il bene e il male di Chi?
Ovviamente, dell’Intelligenza!
E’ di lei che si parla, non dell’identità!
L’Intelligenza, per operare, ha bisogno della diversità, senza quella non è possibile alcuna attività intelligente. L’indicazione data riguardo al “centro” è essenziale, se vista in questo ambito, del modo in cui l’intelligenza opera nei suoi processi.
Il centro è di fatto una posizione neutra.
Facciamo un esempio che non sia quello del cerchio o della sfera, prendiamo in considerazione soltanto destra e sinistra…
L’Intelligenza deve, nella sua posizione iniziale, essere esattamente al centro di queste, perciò in una posizione neutra. La stessa cosa accadrebbe se avessimo scelto alto e basso… In una posizione neutra significa anche: in uno “spazio” PARTICOLARE.
Ora, partiamo dalla enunciazione che l’albero al centro del giardino dell’Eden sia simultaneamente entrambi gli alberi, quello della Vita e quello del Bene e del Male, la domanda che ne consegue è: perchè dovrebbe essere cosi?
E’ evidente in sè che se non ci fosse la Vita, non ci potrebbe essere neppure una intelligenza, quindi l’albero è in sè stesso la ragione intelligente che vive ed è alla base di tutto.
Solo vedendo le cose in modo superstizioso, accettando una visione individuale e identitaria, si stravolge il vero significato di quel che c’è scritto.
Il peccato originale non è altro che il mirabolante agire dell’Intelligenza, la dimostrazione dell’Onnipotenza riguardo alla gestione dello spazio che viene occupato, nella memoria dell’acqua, dalla sua attività.
L’Intelligenza, partendo dal centro, ovvero da un punto equidistante da destra e sinistra, può permettersi di osservare tutto e avere, quindi, a disposizione tutte le infinite scelte sia a destra che le infinite scelte a sinistra.
Senza questa possibilità l’Intelligenza sarebbe poco intelligente perchè genererebbe limiti.
Ecco quindi svelato un segreto essenziale, i due alberi sono in realtà uno solo.
Quale è la conseguenza di questa constatazione?
Perché in genesi 2; 15-17
15 Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
16 Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
E’ davvero semplice a questo punto rispondere a: perchè viene dato questo “comando”? In realtà non è altro che una constatazione riguardo a “chi possa mangiare”, ovvero usufruire di quell’esperienza. L’uomo non è “un uomo” è un genere, è l’umanità, qualcosa che non è identificbile, non è soggettività…
In tal senso va inteso il comando, in altri termini viene stabilito che l’esperienza sia SEMPRE E SOLO SOGGETTIVA.
Infatti:
21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. 23 Allora l’uomo disse:
«Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall’uomo è stata tolta».
24 Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.
Senza che appaia per quel che realmente è, in quei passi c’è una operazione fantastica di “formattazione della memoria” dell’acqua.
Da li in poi, non risulta che l’uomo si risvegli…
Tutta la tentazione avviene quindi in una specifica modalità di formattazione della memoria dell’acqua, avviene in un solo asse dell’acqua quello legato al “corpo di sogno”.
Per questo i mistici chiamano Maya tale registrazione, perchè è uno spazio adeguato, uno spazio basato sul tetraedro.
Il primo nome proprio compare alla fine di Genesi 3, al momento della “cacciata” dal giardino dell’Eden: Gn3,20-24
20 L’uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.
21 Il Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì.
22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!». 23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. 24 Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.
Lo vedete dal testo, una volta che non ci sia una identità, l’albero ritorna ad essere l’albero della Vita.