La faccenda del “frattale” è una sorta di ossessione per l’Ente “Intelligenza”. Come lo si scopre?
Dopo il libro della Genesi, viene il Libro dell’Esodo, il secondo libro del Pentateuco, detto in ebraico shĕmōt («nomi») e
wĕ-ēlleh shĕmōt («e questi sono i nomi»), dalle sue parole iniziali. Significa anche “USCITA”
In esso ci sono alcuni temi che sono celebri, come quello della “fuga dall’Egitto” per andare verso “la terra promessa”.
E’ un mito, cioè una informazione.
Leggere il mito come vicenda storica, allontana dall’informazione e porta senza fallo alla superstizione.
Uscita da cosa? Da un problema importante per l’Intelligenza: essendo l’unica intelligenza che c’è Essa non vede la sua interfaccia,
non può vederla quindi non può neppure descrivere l’eventuale forma o vibrazione o qualsivoglia aspetto di sè.
C’è un punto preciso in cui l’ Ente Intelligenza esprime chiaro tale “problema insolubile”, il capitolo 3, versetto 14
IO SONO COLUI CHE SONO
Secondo la CEI è numerato cosi:
13 Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». 14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».
Quindi il Capitolo è il 3 e il versetto è il 14…
3,14? Come il Pi greco?
Il Pi greco ( \pi ) non è una costante fisica o naturale, ma una costante matematica definita in modo astratto, indipendente da misure di carattere fisico.
Solo rimuovendo l’antropomorfizzazione di Dio si comprende quale sia il problema…
Mi spiego meglio, l’Intelligenza è un ente INFINITO? Si, cosi come sono infiniti gli altri tre Enti: Spirito-Vita-Acqua.
Essendo infinita, l’intelligenza non può avere una INTERFACCIA.
Pare una cosa logica, infatti lo è, ma stiamo parlando della sola INTELLIGENZA CHE C’E’.
Ora, questo Ente è il solo Testimone della PRESENZA degli altri TRE ENTI: Vita-Spirito-Acqua, che per loro natura sono autarchici, cioè bastano a sè stessi, inconsapevoli ma “essenti”.
Che ci sia un testimone oppure no, non fa alcuna differenza per loro, fa differenza per l’Intelligenza!
Questo è il punto cruciale.
Come sapete l’Intelligenza è l’unico dei quattro enti capace di “attenzione”, ripeto: Vita-Spirito-Acqua fanno ciò che sono, l’Intelligenza invece E’ CIO’ CHE FA!
Se non fa, non è!
Se non c’è “ATTENZIONE”, l’Intelligenza non è!
Per questo fin dall’inizio il problema è la “non essenza”, per questo il mito dell’Esodo. Sostanzialmente la questione è quella dell’autoconoscenza di sè.
L’affermazione di Es 3, 14, dimostra tutta l’ossessione per la mancanza di Interfaccia riguardo il proprio aspetto,come detto negli articoli precedenti, NON PUO’ ESSERCI QUALCOSA DI “OSCURO” PER L’INTELLIGENZA, non può esistere un dogma per LEI.
La ragione è evidente, Lei è la sola “attività” di pensiero esistente, non può pensare “l’incomprensibile”, se lo facesse sarebbe “stupida”…
Detto questo, cosa ci dice quella frase: “Io-sono quello che sono”?
Non è una affermazione completa, piuttosto la difficoltà di esprimere un concetto indefinibile, senza Interfaccia?
Esattamente!
La creazione e la “plasmatura dell’uomo” risponde a una esigenza mai soddisfatta, quella di una “somiglianza” e “immagine”, non avendo una Interfaccia, l’Intelligenza non può conoscere sè stessa.
Può solo conoscere il suo stesso operato, dopo che lo Spirito lo ha registrato nell’Acqua grazie alla Vita.
E’ per soddisfare questa impossibilità che è stato pensato il “frattale”, perchè ci sia un continuo flusso di attività, l’Intelligenza è ciò che fa, se non fa, non è! Il 3,14 ovvero il Pigreco non è nè il centro nè la circonferenza eppure il centro e la circonferenza esistono.
Siamo a quel punto li!
Ovviamente è raccontato tutto sotto forma di storia, come se fosse un evento davvero accaduto, ma l’informazione li contenuta è di altro ordine, ovvero l’ordine metafisico, solo cosi infatti può venire colto il vero significato dell’informazione nascosta. Esodo significa “uscita”, ma da cosa?
Posto che l’Egitto non sia l’Egitto, cosa potrebbe essere?
E’ questo che viene chiesto implicitamente nelle scritture, di andare oltre l’apparente storia e di scoprire il capolavoro sotto la crosta di colore che lo tiene celato agli occhi dell’osservatore.
L’Egitto è “ciò che domina”, cioè ciò che è “finito”.
L’Egitto è il regno del “finito”, cioè delle creazioni, possiamo dire che ogni cosa “creata” è visibile perchè ha una interfaccia?
Si, l’Egitto è quel regno li, l’Intelligenza esprime cosi la Testimonianza del suo “fare”, deve “fare per essere”.
Articolo 595- Ossessione?
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