Premessa: tutta la questione è interamente incentrata sul “roveto ardente”. Cosa sia tale metafora è presto detto: è ciò che rende possibile il focus dell’attenzione su un pensiero. La similitudine potrebbe, giustamente, essere fatta con la messa a fuoco di un obiettivo: se inquadrate solo un angolo di un oggetto, ne perderete la comprensione di cosa sia davvero quell’oggetto, se inquadrate solo il “male di testa” vi sarà precluso il “bene di testa”. In una qualche maniera, il roveto ardente è una funzione che vi permette di vedere solo e soltanto ciò che avete registrato di voi stessi.
1- Guardatevi il braccio sinistro e chiedete di osservare la VITA nella vostra registrazione. Fatto ciò, chiedete di scrivere la VITA nel primo settore della tavola.
2- Mandate la VITA per 3 volte nella prima sezione della tavola, poi mandate per 3 volte la VITA addosso allo SPIRITO nel secondo settore della tavola, infine mandate addosso la VITA all’ACQUA per 3 volte nella terza porzione della tavola.
3- Infine, mandate la VITA sul vostro roveto ardente.
4- A questo punto, allungate il raggio dell’osservazione dell’attenzione per creare una nuova inerzia. Così fornite intenzionalmente un nuovo processo di registrazione e fornite VITA al nuovo punto di osservazione. In questo modo, la VITA che fornite in questo esercizio è doppia o addirittura tripla rispetto alla vita data precedentemente al pensiero. L’unico modo per togliere la vecchia inerzia è caricare il triplo della nuova inerzia.