Premessa: l’INTELLIGENZA per “vedersi” deve estrarre “l’uno dall’infinito”. Dunque, l’INTELLGIENZA non può rappresentarsi due concetti: TUTTO e NULLA, poiché questi non hanno interfacce (non hanno una definizione dello spazio che essi stessi occupano). l’INTELLIGENZA non può vivere il presente, per via della “triplice” operazione “prende, guarda, legge“; ognuna di queste azioni avviene in un suo tempo proprio. Questa procedura accade anche con i pensieri, per far sì che vi sia l’incipit della operazione, ossia “prende”, bisogna sottolineare che un pensiero, qualunque esso sia, debba essere vissuto o interrogato. Ecco perché le domande interrompono i pensieri.
Le domande possono essere di questo tipo:
1- Questo spazio è questo spazio?
2 – Questo spazio e questa linea di sangue è questo spazio e questa linea di sangue?
Queste domande sono “la base”, potete rielaborarle, tenete conto che, ad ogni domanda, dovete attendere di sentire sotto il naso, il soffio (come nella precedente conferenza) e dovete inghiottire tale soffio.