domanda: ciao Annalaura, l’art.144 Gerico, i cerchi di luce e il fiore dell’alleanza non mi riesce, per favore puoi darmi una tua visione? grazie
risposta: l’Alleanza è un momento imprescindibile per qualsiasi cimentatore; essa è la testimonianza che voi date di voi stessi attraverso la Mente Abituale. In altre parole, significa che essa è la modalità attraverso la quale voi promettete alla Mente Abituale di esprimere l’ideale, il meglio del meglio di voi stessi, in un atto d’amore nei confronti della Mente Abituale stessa.
Essa viene spiegata nell’articolo tratto da “Alleanza” – articolo 144 – Gerico. In esso viene data la descrizione del procedimento che “sigilla” questa unione. Tale passaggio consiste nella esecuzione di quanto riportato di seguito:
1. Sentitevi nell’ovoide, ovvero dissociati dal vostro corpo
fisico in direzione del vostro pettorale destro, a circa 70/80
cm dal corpo.
2. Da quel posto lì, immaginate di essere sulla cima di una
montagna, sdraiati sul vostro letto, mentre osservate il cielo
azzurro.
3. Notate la presenza di una fontanella d’acqua della quale
prendete un sorso e, bevendola, notate che non ha nessun
gusto e nessun odore… ne sentite solo il fresco trasmettersi al
vostro sangue e renderlo leggero… fresco e leggero.
4. Scendete a sinistra del vostro letto e vi muovete verso
una porta arancione che è lì; la aprite e vi trovate dentro ad
una stanza al centro della quale c’è un recipiente d’acqua nel
quale vi specchiate.
5. Il vostro riflesso dentro la bacinella prende vita e vi
parla; chiama il voi che si sta riflettendo nella bacinella e vi
parla.
6. Nel frattempo notate una finestra a sinistra; vi affacciate
e vedete il vostro corpo fisico ancora disteso sul vostro letto
sulla cima della montagna che beve da quella fontanella
l’acqua senza gusto né odore.
7. A questo punto tirate fuori il vostro telefono (VOI CHE
SIETE COLUI CHE SI STA SPECCHIANDO NELLA
BACINELLA) e chiamate la vostra immagine riflessa in
quell’acqua di quella bacinella.
8. Poiché il vostro riflesso vi risponde, ditegli di telefonare
a quel voi che si trova sulla montagna, che sta bevendo
l’acqua senza gusto e senza olfatto.
9. Quando il vostro riflesso lo chiama, il voi situato sulla
montagna chiama il voi all’interno della stanza (QUELLO
DA CUI E’ PARTITA LA CHIAMATA INIZIALE).
10. Con questa operazione noterete che si forma un primo
cerchio di luce.
11. Adesso immaginate di essere il riflesso della bacinella,
tirate fuori il vostro telefono e chiamate il voi che si trova
sulla montagna.
12. Quando il voi sulla montagna vi risponde, ditegli di
telefonare a quello nella stanza, che si sta riflettendo
nell’acqua della bacinella.
13. Il voi nella stanza a questo punto deve chiamare il voi
riflesso dentro l’acqua della bacinella (QUELLO DA CUI E’
PARTITA LA CHIAMATA INIZIALE).
14. Con questa operazione si forma un secondo cerchio di
luce.
15. A questo punto, immaginate di essere quello sulla
montagna; una volta che vi sentite quel voi, tirate fuori di
tasca un telefono e chiamate il voi nella stanza, quello che si
sta riflettendo nell’acqua della bacinella.
16. Quando il voi nella stanza vi risponde, ditegli che deve
chiamare quello riflesso nell’acqua della bacinella.
17. Il voi nella bacinella a sua volta chiama il voi sulla
montagna (QUELLO DA CUI E’ PARTITA LA CHIAMATA
INIZIALE).
18. Con questa operazione si forma un terzo cerchio di luce.
19. Avete quindi tre cerchi di luce; noterete che si muovono
a formare un fiore.
20. Ponetevi al centro di questo fiore, in modo che i suoi
petali vi racchiudano al suo interno.
21. A questo punto fate una nebbiolina unendo due opposti
(sì e no) e fate entrare nel fiore la vostra parte mancante
(ossia il vostro opposto maschile se siete donne, femminile
se siete uomini).
Il vostro opposto, qualunque rappresentazione ve ne diate, è ciò che per voi rappresenta la vostra “parte mancante”, la sottigliezza di carattere sessuale (maschile e femminile) è necessaria per comprendere i termini della richiesta che fate alla Mente Abituale. Tale procedimento è, inoltre, necessario per poter configurare una alleanza completa, ossia fatta da voi e dalla vostra parte mancante.
La dissociazione, in dodicesima, non è da intendersi come un “semplice rifiuto di sentirsi nel corpo”; è piuttosto la comprensione che il corpo è un ologramma e che tale ologramma proviene dall’ovoide (la struttura davanti al vostro pettorale destro). Giungere alla dissociazione facilita numerosi esercizi di dodicesima, tra i quali possiamo annoverarne anche uno molto semplice quale il porre le scritte sull’ovoide.
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